Resta acceso il dibattito sul tema del nuovo regime forfettario e sulle forti penalizzazioni che alcuni lavoratori dovranno affrontare nel passaggio obbligato verso le regole introdotte con la legge di stabilità 2015. Nella pratica, tutti i titolari di un regime dei minimi si troveranno a confluire entro i prossimi 5 anni all'interno di un sistema per molti versi penalizzante, perché prevede l'aumento dell'imposta sostitutiva (che triplica dal 5% al 15%) e contemporaneamente una politica restrittiva dei limiti di fatturato per alcune specifiche categorie di lavoratori.
Tra i casi più estremi, vi sono professionisti, consulenti e free lance, che si sono visti dimezzare a 15.000 € lordi annui il livello delle entrate.
Criteri penalizzanti provocano corsa all'apertura del vecchio regime dei minimi alla fine del 2014
Questi meccanismi peggiorativi hanno giustificato una certa corsa all'apertura del regime minimo verso la fine del 2014, visto che a partire dal 1 gennaio 2015 il vecchio sistema non risulta più in funzione. Per ovviare almeno in parte a questa situazione bisogna per segnalare che Scelta Civica ha presentato un emendamento al decreto mille proroghe, che prevede di permettere nuovamente la scelta dei vecchi parametri a chi dovesse aprire un'attività nell'anno in corso, ovvero con aliquota sostitutiva al 5% e limite di fatturato a 30.000 €.
Sarà interessante vedere se l'iniziativa potrà effettivamente trovare accoglimento, stante che il problema principale al riguardo è il reperimento delle coperture necessarie per garantire ai contribuenti il risparmio fiscale rispetto ai nuovi parametri.
Partite Iva e gestione separata Inps: nuovo emendamento di Damiano per bloccare contribuzione al 27,72%
Tra le misure a cui dovranno fra fronte i lavoratori con Partita Iva iscritti alla gestione separata Inps vi sarà anche l'aumento dell'aliquota contributiva, che nel corso del 2015 è stata portata al 30,72%.
Secondo i criteri definiti dalla legge Fornero, entro il 2018 i lavoratori toccheranno il livello contributivo record del 33,72%, considerato come insostenibile dovendosi sommare alle altre imposte e ai costi utili per mantenere in essere l'attività. A tale riguardo, è stato presentato dal Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano un ulteriore emendamento al milleproroghe, che prevede di bloccare la contribuzione Inps al 27,72% del fatturato.
Anche in questo caso, a fare la differenza per l'eventuale approvazione restano le coperture necessarie per sostenere il provvedimento a livello finanziario.
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