La recente nomina dell'economista Tito Boeri all'Inps potrebbe spiegare molte cose sulle possibili strategie di apertura e flessibilizzazione dell'accesso al pensionamento attualmente allo studio del Governo Renzi. Il punto di partenza resta la ricerca di una soluzione di compromesso tra la sostenibilità dei conti pubblici e le necessità dei lavoratori. La legge Fornero del 2011 ha infatti consentito (e messo a bilancio) risparmi per oltre 80 miliardi di euro, blindando i conti della previdenza italiana e rendendola una delle più sicure tra i Paesi Ocse.

Ma questo importante traguardo è stato raggiunto al prezzo di una rigidità considerata in via universale come eccessiva nei criteri di uscita dal lavoro, con pesanti riverberi non solo nella platea dei pensionandi, ma anche in quella dei giovani lavoratori. Il blocco del turn over è il conseguente dilagare della disoccupazione giovanile fanno infatti da contraltare alle tante situazioni di disagio lavorativo o disoccupazione in persone caratterizzate dall'età avanzata.

Sulla questione del pensionamento anticipato Inps pensa a riequilibrio generazionale. Per i sindacati il sistema attuale è folle

"È urgente rimediare a questa follia del prolungamento infinito dell'età di pensionamento, sarebbe utile che il Governo aprisse un confronto con noi per cambiare la legge": è quanto affermato dal leader della Cgil Susanna Camusso, al riguardo delle attuali regole di pensionamento.

D'altra parte, basta leggere i redazionali del recente passato a firma di Tito Boeri per comprendere come qualcosa nell'attuale sistema non funzioni a dovere. Il Neo Presidente dell'Inps ha più volte sottolineato la necessità di un riequilibrio tanto verticale (ovvero tra generazioni) quanto orizzontale (ovvero tra pensionati) dell'attuale sistema previdenziale.

Visto che la strada del contributo di solidarietà richiesto alle Pensioni d'oro non sembra attualmente percorribile per il rischio d'incostituzionalità, un sistema utile per aggirare la questione potrebbe essere la modifica dell'imposizione Irpef. Ovviamente, a questa misura si andrebbe ad aggiungere anche la possibile creazione di una pensione anticipata contributiva, che se da un lato penalizzerebbe l'entità della mensilità erogata dall'Inps, dall'altro potrebbe offrire la quiescenza in modo slegato dagli attuali vincoli anagrafici.

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