Non si esaurisce il dibattito in tema di pensione anticipata 2015 e previdenza: a tenere banco in queste ultime ore è il decreto stilato dal MEF e approvato dal governo Renzi che prevede l'inasprimento dei requisiti di accesso alla stessa pensione anticipata 2015-2016, un provvedimento che è andato incontro a parecchie critiche e che potrebbe essere rivisto dallo stesso Esecutivo in collaborazione con l'Inps del neo presidente Boeri. Ad aver esternato l'impegno da parte del governo Renzi e del ministro Poletti nel valutare 'la possibilità di diversificare il criterio di adeguamento dell'aspettativa di vita in base alle specifiche caratteristiche dell'attività lavorativa' (prevedendo così pacchetti di norme distinti sulla base delle diverse tipologie di professioni) è stato in particolare il sottosegretario del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali Massimo Cassano, incaricato di rispondere ad un interrogazione parlamentare mossa contro il decreto del MEF dal capogruppo PD in Commissione Lavoro Maria Luisa Gnecchi.

Parlando sempre di previdenza e pensione anticipata 2015 non si può poi ignorare il vero e proprio diktat dal retrogusto di monito lanciato dall'UE, con il CES (Confederazione Sindacati Europei) ad averne duramente criticato il significato di fondo.

Pensione anticipata 2015, intervento Boeri-INPS, diktat UE e piano Poletti - I collaboratori di Renzi chiedono maggiore flessibilità, CES sul piede di guerra

Ponendo al centro del nostro argomentare l'istituto della pensione anticipata 2015 non possiamo ignorare il decreto approvato dal MEF di Padoan, che basandosi sulle aspettative di vita aggiornante dall'Istat ha dato il proprio ok all'inasprimento dei requisiti di fruizione della pensione anticipata 2015-2016; tradotto, chi andrà in pensione dal primo gennaio 2016 dovrà maturare 4 mesi di lavoro in più rispetto alle attuali soglie fissate in 42 anni e 6 mesi per gli uomini e in un 41 anni e 6 mesi per le donne. Tante le critiche mosse al provvedimento, con Maria Luisa Gnecchi ad aver per l'appunto presentato un'interrogazione chiedendo al governo di rivedere la manovra; come già sottolineato in apertura il governo Renzi e il ministro Poletti si sono detti disponibili a riformulare il decreto approvato dal MEF, un impegno questo che la stessa Gnecchi si augura 'venga rispettato nei prossimi mesi'. Grande peso nella revisione del provvedimento sarà assunto dall'INPS di Boeri, con il sottosegretario Cassano ad aver evidenziato come lo stesso INPS abbia già dato 'la propria disponibilità ad effettuare un approfondimento al riguardo'. Viene dunque ad essere avvalorata l'ipotesi che abbiamo rilanciato nelle scorse settimane: il ruolo dell'INPS e di Boeri sarà decisivo nell'orientare le prossime manovre previdenziali.



Sullo sfondo del dibattito nazionale troneggia però l'ennesimo diktat riferito a pensione anticipata 2015, riforma pensioni e previdenza mosso dall'UE, che rivolgendosi idealmente ai cittadini degli Stati Membri ha sottolineato l'esigenza di guardare con sempre maggiore interesse alle Pensioni private complementari piuttosto che alle tradizionali pensioni pubbliche. Un pronunciamento questo verso il quale il CES si è scagliato con grande fermezza: 'L'obiettivo deve rimanere quello del miglioramento delle pensioni per i lavoratori, non deve avvenire il contrario'. Lo stesso governo Renzi si è detto d'accordo con il CES chiedendo la possibilità di incrementare il livello di flessibilità in uscita: 'Anticipare la pensione sia pure con un trattamento inferiore a molti oggi potrebbe andar bene. Vogliamo renderlo possibile' ha dichiarato al riguardo il consigliere economico dello stesso premier italiano Yoram Gutgeld. Seguiremo i futuri sviluppi, se desiderate rimanere aggiornati vi invitiamo a cliccare il tasto 'Segui' posizionato poco sopra il titolo dell'articolo.