Non è ancora arrivata la tanto attesa risposta del Governo Renzi su due dei nodi più intricati nel delicato campo della previdenza pubblica. Stiamo parlando dei lavoratori Quota 96 nella scuola e di coloro che intendono chiedere la quiescenza anticipata con l'opzione donna. Partendo dai primi, si tratta di dipendenti pubblici che hanno già maturato l'accesso all'Inps nell'ormai lontano 2011 e che nonostante ciò si sono visti negare il diritto al pensionamento a causa di una svista nella legge Fornero. Nel corso degli anni i diversi tentativi di sanare la questione si sono sempre infranti contro la mancanza delle coperture finanziare utili ad approvare i provvedimenti.

Al momento resta tutto fermo al piano chiamato #labuonascuola, con il quale si pensa di rimandare insegnanti e lavoratori ATA a mansioni differenti e meno onerose, nell'attesa che vengano maturati i nuovi requisiti di legge per la quiescenza. Ma i lavoratori non ci stanno, tanto che sono pronti a scendere nuovamente in piazza con i Cobas, mentre i comitati Quota 96 hanno chiesto formalmente al Miur di avviare un nuovo conteggio della platea, visto che molti soggetti coinvolti potrebbero avere già ottenuto l'accesso all'Inps tramite la legge 104 o per via del raggiungimento dei nuovi requisiti.

Lavoratrici con opzione donna, tecnici danno parere negativo: probabile indirizzamento verso prossima riforma?

Anche le lavoratrici che vorrebbero ottenere il pensionamento anticipato con l'opzione donna vivono in una sorta di stallo, visto che l'Inps ha infine accettato di protocollare le loro domande, ma senza finalizzarle alla via d'uscita dal lavoro. Nelle scorse settimane sui principali organi di stampa è circolata la notizia che il parere dei tecnici sulla possibilità di una proroga nel 2015 sarebbe negativo; la pratica sarebbe quindi tornata in mano al Presidente dell'Inps, che ne starebbe discutendo assieme al Ministero dell'Economia.

Difficile capire come potrà evolversi la situazione, anche perché allo studio dell'esecutivo vi sarebbero dei nuovi meccanismi di flessibilizzazione dell'accesso al pensionamento, che potrebbero rendere inutile la proroga dell'opzione donna nell'anno in corso. Tanto più che il calcolo della mensilità con l'opzione donna avviene già attraverso una metodologia di stampo contributivo.

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