Scatta lo sciopero dei bancari, previsto inizialmente dalle principali sigle sindacali verso la fine del mese e fissato per venerdì 30 gennaio 2015. I rappresentanti delle parti sociali e l'ABI (l'Associzione Bancaria Italiana) non sono riusciti a trovare l'accordo, nonostante gli sforzi di arrivare ad un punto d'incontro. A fare da detonatore per l'iniziativa è il mancato rinnovo del contratto nazionale, la richiesta di recupero degli scatti di anzianità che non sono stati finora erogati e le modalità di calcolo del trattamento di fine rapporto (TFR).

Diversa l'opinione dei manager che si trovano alla guida dei gruppi bancari. Secondo i rappresentanti degli istituti di credito, basare il salario su degli scatti automatici e su avanzamenti standardizzati sarebbe ormai poco in linea le esigenze che si delineano nel nuovo mercato del credito. L'Abi vorrebbe infatti valorizzare le singole carriere dei lavoratori, sulla base di una contrattazione di secondo livello.

Le principali sigle dei sindacati che hanno dichiarato di partecipare allo sciopero e le modalità di funzionamento

Nella giornata del prossimo 30 gennaio si fermeranno gli aderenti dei sindacati Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Dircredito, Ugl Credito, Sinfub e Unisin. Lo sciopero dovrebbe coinvolgere circa 300.000 addetti e prevede che vi siano delle manifestazioni di protesta per tutta la giornata attraverso quattro sit.in organizzati a Milano, Ravenna, Roma e Palermo.

La proclamazione dello sciopero è seguita al fallimento del tentativo di conciliazione avvenuto lo scorso 30 dicembre 2014 presso il Ministero del Lavoro e riguarderà anche i lavoratori con contratti a tempo determinato, di inserimento o di apprendistato. I rappresentanti dei lavoratori chiedono il rinnovo del CCNL e deplorano come unilaterale la decisioni di disdetta dell'ABI a partire dal prossimo 1° aprile 2015.

A tal proposito, Lando Maria Sileoni (Segretario Generale Fabi) ha dichiarato: "scioperiamo e manifestiamo contro un'inconcepibile chiusura intellettuale e Politica delle banche rispetto ai diritti dei lavoratori, in difesa dell'occupazione e per ottenere nuove assunzioni destinate ai giovani".

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