Sui quotidiani nazionali la cronaca odierna non accenna a novità in tema di riforma delle pensioni, stante l'attività del governo tutto impegnato nell'approvazione del Jobs Act. L'unica novità proviene da IDV con il segretario generale Messina che presenta la proposta del suo partito per i pensionamenti flessibili. Appare chiaro che occorrerà la volontà politica di provvedere ad inserire la flessibilità nell'agenda di governo, ma i trascorsi sulla spending review, come scrive Repubblica, non depongono a favore.

L'urgenza della questione

Finita in un dimenticatoio la strada che avrebbe prodotto risparmi di spesa per almeno 18 milioni, considerando che l'Inps si attende un bilancio in rosso per il 2015 di 6,7 miliardi, come scrive Pensioni Oggi.it, oggi più che mai occorre rivedere tutto l'impianto pensionistico.

In gioco c'è il destino di centinaia di migliaia di lavoratori che dall'introduzione della Legge Fornero si sono visti rinviare la pensione con l'insorgenza di accresciute difficoltà economiche.

La proposta in pillole

Si possono attuare i pensionamenti flessibili realizzando due condizioni: che il taglio dell'assegno sia del 10% e che venga imposto un nuovo tetto alle pensioni d'oro superiori ai 5000 euro al mese. Il prepensionamento è possibile al compimento del 60° anno di età, unitamente all'introduzione di incentivi per rimanere al lavoro fino al compimento dei 70 anni. Questo disegno di legge giace in Senato dal dicembre dello scorso anno, insieme a tutti gli altri che nella forma sono assai simili.

In comune presenta il requisito dei 35 anni di contribuzione, al conseguimento dei quali si può scegliere una delle due strade: restare al lavoro o uscire anticipatamente.

I crediti di cura

Allineandosi a quanto già accade in altri sistemi pensionistici europei, all'interno del disegno di legge è previsto un sistema cosiddetto di 'crediti di cura'.

La misura serve ad alleggerire gli effetti sull'allungamento della vita lavorativa delle donne consistenti in contributi figurativi che seguono il numero dei figli (24 il primo e 12 per il secondo) e alcune contribuzioni ad integrazione inerenti il lavoro part time.