"Sulla questione Quota 96 per diverse ragioni non si sono verificate le condizioni per un intervento unico": sono le parole pronunciate dal Ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia in merito alle vicende che si trascinano ormai da anni per i lavoratori ATA e gli insegnanti della scuola che nel 2011 si sono visti tagliare fuori dal pensionamento a causa di una svista nella legge Fornero. Questi lavoratori pubblici avrebbero dovuto, infatti, ottenere la quiescenza con 36 anni di versamenti e 60 anni di età, oppure in alternativa con 35 anni di versamenti e 61 anni di età, ma solo una parte dei 4000 soggetti coinvolti è riuscito ad entrare nelle tutele Inps, grazie al raggiungimento dei nuovi requisiti oppure per mezzo della legge 104.
Ciò che pesa maggiormente, secondo molti, è che le risorse necessarie per arrivare ad una soluzione definitiva del caso potrebbero essere trovate senza eccessive difficoltà all'interno delle pieghe del bilancio, ma l'esecutivo sembra averne fatto una questione di principio perché non vuole aprire nuovi fronti e rivendicazioni da parte di altri lavoratori disagiati.
Il Ministro Madia spiega che non ci saranno interventi in favore dei Quota 96 nel prossimo futuro
A conferma dell'indirizzo politico scelto dal Governo, l'intervento del Ministro Madia avvenuto nella giornata di ieri in Parlamento ha chiarito definitivamente che non vi saranno interventi risolutivi sulla questione in futuro: "la politica del Governo è prima di tutto incentrata sull'obiettivo di concentrare le risorse per favorire chi un lavoro non ce l'ha, in particolare giovani e chi rischia di essere escluso dal mercato".
Sono questi i motivi addotti per giustificare le decisioni prese con il piano di riforma dell'istruzione, chiamato #labuonascuola. Nella pratica, l'unica soluzione pensata per alleggerire la problematica vissuta dai quota 96 è quella del de-mansionamento, che consentirebbe perlomeno di alleggerire i lavoratori dalle attività più onerose e stressanti.
Lavoratrici con opzione donna ancora in attesa di un riscontro. Si va verso la class action?
Purtroppo i Quota 96 della scuola non sono gli unici lavoratori che devono far fronte ad una fase di stallo dell'Inps; sulla graticola vi sono anche le lavoratrici che vorrebbero ottenere il pensionamento anticipato con l'opzione donna.
Sul nodo si è ancora in attesa che il Governo Renzi esprima un'opinione definitiva, sebbene i tecnici abbiano già espresso le proprie riserve circa la sostenibilità di un'eventuale misura sanatoria nel difficile contesto di disavanzo che caratterizza il bilancio Inps. Per cercare di sbloccare la situazione, le lavoratrici si stanno impegnando nel portare avanti una Class Action; se si raggiungeranno almeno 200 adesioni, si procederà attraverso un ricorso depositato presso il Tar del Lazio. Chi volesse reperire informazioni aggiuntive sull'iniziativa potrà trovarle attraverso il gruppo ufficiale su Facebook o rivolgendosi direttamente al Comitato Opzione Donna.
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