Negli ultimi mesi il dibattito sulla riforma della previdenza si è arricchito con moltissime proposte in arrivo dai diversi partiti politici, segno che il tema comincia a rappresentare uno dei nodi più urgenti non solo per i lavoratori e i disoccupati direttamente coinvolti in situazioni di disagio, ma anche per i legislatori. Tra le varie ipotesi di modifica alla legge Fornero che sono giunte all'attenzione del Governo Renzi, vi è quella dell'Italia dei Valori. Ne abbiamo parlato a partire dalla fine di dicembre 2014 in seguito alla proposta di flessibilità previdenziale firmata dall'Onorevole Ignazio Messina, ed ora ne torniamo a discutere dopo che lui stesso ha riportato il documento all'attenzione dell'esecutivo.
Chiaramente, l'idea consiste nell'introdurre una flessibilità soggettiva nella scelta di quando accedere al pensionamento, legando però l'importo dell'assegno a dei meccanismi di tipo compensativo.
Come funziona la nuova proposta di pensionamento anticipato dell'IDV? Ecco i termini della questione
"La nostra proposta all'esecutivo [...] è di introdurre una flessibilità in uscita, che preveda tra i 60 e i 70 anni la libertà di scegliere quando andare in pensione" ha affermato l'On. Messina. Entrando nel merito della proposta, i limiti utili per poter usufruire della eventuale salvaguardia sarebbero i 35 anni di contribuzione, oltre all'accettazione di una penalità per chi otterrebbe la quiescenza prima dei 65 anni, che si trasformerebbe invece in un bonus per tutti coloro che decidessero di continuare a lavorare dai 66 ai 70 anni.
La penalizzazione massima sull'assegno erogato dovrebbe essere del 10%, mentre il bonus massimo arriverebbe al 6,5%. La misura avrebbe anche il vantaggio di rimettere in moto il mercato del lavoro, visto che attualmente i giovani soffrono un tasso di disoccupazione superiore al 40%, dovuto anche al blocco del turn over che si è verificato negli ultimi tre anni.
Per quanto riguarda il reperimento delle risorse necessarie, si farebbe invece ricorso ad un prelievo di solidarietà sui grandi patrimoni; con questo termine si intende mirare a chi possiede asset per un valore superiore ai 5 milioni di euro, ma tenendo escluso il valore della prima casa.
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