Sui social e sui siti che trattano di Scuola ieri si era sparsa la voce che il presidente Mattarella non aveva firmato il Ddl scuola. Orizzontescuola.it, nel riagganciarsi alla tematica, precisava che la firma di cui si parla non è quella che può bloccare tutto l'iter parlamentare, ma ne precede l'avvio dei lavori. La circostanza è stata precisata anche da alcuni parlamentari intervistati in merito. Mentre si attende l'ufficialità della data di inizio dei lavori parlamentari, un'altra voce si diffonde sui social. Per verificarne in rete quanto ci fosse di vero ci siamo imbattuti nel sito del Liceo Virgilio di Roma.

In esso veniva pubblicato il resoconto di una assemblea svoltasi all'Auditorium della capitale a Via Palermo tra le rappresentanze sindacali e diversi parlamentari tra i quali l'On. Puglisi. Si tratta della cancellazione dell'articolo 12 della bozza del Ddl scuola.

L'assemblea

Le fibrillazioni prodotte dall'esternazione del ministro Poletti sulla questione delle vacanze degli studenti troppo lunghe avevano fatto da apripista alle polemiche che sono state alimentate sui social dove nel frattempo si infiammava il dibattito sulla questione del divieto di chiamata per chi aveva 36 mesi. In una relazione predisposta dalle Rsu, Prof.sa C. Di Cave e Prof.sa A. Miele nella quale si richiamavano i punti in discussione, con una definizione di Jobs Act "alla trasteverina" (testuale) in merito all'inserimento del contestatissimo articolo12, venivano messe in luce tutte la criticità di questo Ddl così ideato.

Alla luce del fatto che per un provvedimento di questo tipo servono in media 288 giorni, come acutamente fatto osservare dall'On. Giordano durante il suo intervento, non si capisce la fretta mostrata dall'esecutivo nel chiederne una rapida approvazione.

L'intervento della senatrice

L'On. Puglisi ha risposto alle sollecitazioni precisando che per la prima volta il governo si occupava della scuola con un intervento finanziario mai svolto prima d'ora e che tutto si poteva perfezionare.

Riguardo alla norma contenuta nell'articolo 12 del Ddl di prossima discussione, dove è previsto il divieto di chiamata per chi ha già 36 mesi di servizio, ammette la possibilità che venga rivisto affermando che i 50.000 precari che saranno immessi in ruolo non saranno direttamente assunti dai dirigenti. Non è una cancellazione vera e propria dunque, ma solo una possibilità di renderlo meno duro perché così come era stato inizialmente introdotto può impedire l'accesso al lavoro nell'istruzione.