Un nuovo disegno di legge è arrivato alla Commissione Lavoro per la riforma Pensioni, in particolare la questione del pensionamento quota 100. Quali sono le novità? Cosa cambia con il sistema delle quote? Scopriamo tutti i dettagli nel particolare.
Riforma pensioni quota 100
A partire dal 1 gennaio 2016 fino al 31 dicembre 2021 sarà possibile andare in pensione una volta raggiunta la quota 100, nel particolare si partirà dalla somma data dai 62 anni di età anagrafica e 38 anni di contributi versati. Stando al nuovo disegno di legge depositato in commissione lavoro, l'età di pensionamento sarà determinata quindi dalla somma tra età anagrafica e anni di contributi versati, proprio come accadeva prima della riforma Fornero.
Se la proposta dovesse essere ufficializzati, verrà di fatto ripristinato il sistema delle quote. Questa nuova regolamentazione varrà per i lavoratori dipendenti, mentre per i lavoratori autonomi dovrà essere raggiunta la quota 101, un minimo di 63 anni di età a cui vanno sommati 38 anni di contributi (questione ancora da perfezionare). Ricordo le combinazioni possono essere differenti, ad esempio 63 anni di età più 37 anni di contributi, 64 anni più 36 di contributi e così via e non sono attualmente previste riduzioni dell'assegno pensionistico. Questo tipo di riforma consentirà a tutti coloro che vantano numerosi anni di contributi di andare in pensione anticipatamente rispetto al sistema attuale.
Questa nuova proposta riprende le intenzioni di Cesare Damiano che a più volte dichiarato la volontà di creare un sistema più flessibile per il pensionamento e l'uscita dal mondo lavorativo in grado di "restituire dignità al lavoratore" allontanandosi dalla riforma Fornero che ha profondamente modificato il sistema pensionistico italiano.
Il disegno di legge dovrà ora esser valutato e discusso. E' possibile prevedere ulteriori modifiche che verranno apportate prima di una sua possibile approvazione. Per ora non resta altro da fare che aspettare nuove informazioni.