La notizia 'bomba' del giorno relativa alla riforma scolastica appena approvata dalla Camera dei Deputati ce la offrono i Cobas che dal loro sito fanno sapere della resa di Alesse e di Renzi. Sarà dunque blocco degli scrutini perché, come ammesso dai due precedenti, è legittimo effettuare questa forma di sciopero. I Cobas esprimono attraverso il loro sito l'auspicio che anche le altre sigle sindacali possano unirsi in questa forma di protesta e se saranno solo due i giorni di sciopero questo, affermano, lo decideranno i docenti. In un altro intervento su cobas.it viene ricordato ad Alesse che le regole del gioco sono state firmate proprio "da loro" (testuale).

Intanto la riforma scolastica passa ora al vaglio del Senato dove i margini sono alquanto ristretti. Dopo la prima vittoria delle opposizioni sulla questione del 5 x mille, altre sorprese potrebbero celarsi dietro l'angolo.

Conferma da parte dello Snals

E' orizzontescuola a riportare la conferma, per bocca del segretario Marco Paolo Nigi, che anche Snals Confals parteciperà al blocco degli scrutini. Il Tempo di questa mattina, nel porre l'indice sulla questione dei numeri in Senato che possono far saltare questa riforma scolastica per i voti contrari di FI, Lega, Sel e M5S, scrive cose opposte dicendo che l'autorità Garante avrebbe ricevuto la smentita di questa forma di sciopero da Usb, Cobas e Unicobas.

Resta certo il fatto che seguendo modalità precise si può scioperare in maniera perfettamente legale.

La voce della Cgil

La posizione della Cgil la possiamo trovare sulle pagine de Il Fatto Quotidiano dove viene descritto il passaggio del Ddl Scuola alla Camera con una inequivocabile citazione di Susanna Camusso che lascia trasparire tutta l'intenzione di non mollare nell'azione di contrasto alla riforma Renzi.

Al giornalista che la intervista dichiara che la battaglia non finisce certamente qui anzi, continua come prima. Intanto alcuni deputati dalla minoranza dem hanno mandato un documento nel quale vengono espresse alcune convinzioni da far leggere ai senatori.