Al via la riforma delle pensioni con le prime linee guida. Si parla di un reddito minimo di base per tutti gli over 55, possibilità di un'uscita anticipata della pensione e revisione della legge Fornero del 2012 bocciata dalla Corte Costituzionale. Queste le 3 stelle polari da seguire per avviare un'integrale revisione del sistema delle Pensioni, che verrà presentato sul banco del Governo nei primi giorni di giugno. Ma il cuore della vicenda è la legge di Stabilità del 2016 come precisato dal presidente dell'Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps) Tito Boeri.

Sembra sicuro Boeri e certo di ottenere il plauso dell'Unione europea per un sistema più snello dell'impianto pensionistico.

Pensioni, le proposte del presidente Inps Tito Boeri contro la povertà

Boeri ha le idee molto chiare. Lotta dura contro la povertà, una triste eredità della recessione degli scorsi anni e che ha messo in ginocchio una fascia di italiani dai 55 ai 65 anni di età proprio a causa della legge Fornero. I nuovi e vecchi poveri, appunto, persone che hanno perso il lavoro e che non avranno diritto ad una pensione dignitosa. Anche se, come precisa, sarebbe stato tutto molto più facile se il Governo avesse agito tempestivamente erogando 18 miliardi di euro sulle pensione subito dopo la bocciatura della Corte Costituzionale sulla legge Fornero. La proposta di Giugno infatti mira sì a ristabilire l'equilibrio delle pensioni, ma soprattutto a provvedere a quella di età che è stata colpita dalla povertà. L'unico vantaggio risiede nel fatto che per quella fascia di età non sarà necessario un piano di orientamento al lavoro ma solo un sistema che preveda il salario minimo garantito.

Riforma pensioni, i 3 punti chiave di Tito Boeri

Punto cruciale, le correzioni da attuare alla legge Fornero. Boeri propone una correzione a tabula rasa. Ma i parametri saranno più duri sulle erogazioni con requisiti più alti. Si dovrà attendere il sistema contributivo puro, che permetterà una maggiore flessibilità. Altro punto: stesso criterio riservato a tutti i trattamenti pensionistici, a prescindere dalle tipologie di lavoro per non penalizzare chi cambia lavoro da un ente all'altro, dal pubblico al privato e viceversa. Ultimo punto: modificare le date di pagamento. Con la legge del 2015 si stabiliva il giorno del pagamento ogni 10 del mese per chi gode di più di una pensione. Mentre il governo è intenzionato a postare la data al primo di ogni mese