Da martedì 23 giugno avanti tutta con il disegno di legge "Buona scuola" al Senato: Renzi tenterà di far approvare la riforma entro la prossima settimana per poi portare il Ddl 1934 alla Camera per la votazione finale. L'iter parlamentare, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera di oggi 21 giugno, dovrebbe terminare entro la prima settimana di luglio per consentire, agli uffici del ministero dell'Istruzione, di procedere con le operazioni preparatorie di immissione in ruolo: dovrebbero bastare 45 giorni prima dell'inizio dell'anno scolastico 2015/2016.
Di mezzo c'è la fiducia che lo stesso Renzi minaccia di usare per far approvare il testo attualmente fermo in Commissione Istruzione del Senato: un vero e proprio aut aut del Premier per eliminare la grande mole di emendamenti presentati, in particolar modo, dal Movimento 5 Stelle, dalla minoranza del Partito democratico e da Forza Italia.
Proprio le opposizioni, in ogni modo, non molleranno a quello che è stato definito "il ricatto delle assunzioni": infatti, le stabilizzazioni promesse dallo stesso Renzi già alla fine della scorsa estate, si potevano fare già un mese fa con decreto, scindendole dal resto del testo della riforma scolastica.
Assunzioni precari della scuola, concorso e chiamata diretta dei presidi: Renzi contro le opposizioni
In ogni modo, maggioranza ed opposizione si daranno battaglia al Senato su quattro nodi della riforma: innanzitutto, il numero dei precari da stabilizzare: in tutto, nel piano assunzioni del Ddl, sono 100.701, tutti iscritti alle Graduatorie ad esaurimento: la metà, circa, andrà a coprire i posti vacanti, disponibili e del turn over, mentre l'altra metà costituirà l'organico dell'autonomia.
La minoranza del Pd spinge affinché si possa assumere un numero maggiore di precari.
Diatriba anche sull'assunzione con chiamata diretta e concorso: dal 2016, infatti, si accederà al'insegnamento solo per concorso ed oltre ai titoli, conteranno anche gli anni di servizio. Sarà il preside con gli altri docenti a scegliere i candidati adatti alla propria Scuola tra i vincitori del concorso, ma allo stato attuale della riforma ancora non si sa esattamente in base a quali criteri che, comunque, saranno decisi dal consiglio d'istituto.
Ddl Buona scuola, discussione sui poteri dei presidi e sulla valutazione dei docenti
Uno dei punti più controversi è il ruolo dei presidi e sulla durata del suo mandato. La minoranza del Pd cercherà di limitare il potere dei dirigenti scolastici fissando il limite a 2 cicli, pari a 6 anni totali, ma Renzi non è d'accordo. Alla fine potrebbe rimanere in vigore una legge del 2001 che non ha trovato piena attuazione: 9 anni di mandato.
Infine, l'ultimo nodo riguarda la valutazione dei docenti affidata ad un comitato, il cui numero dei prof che ne fanno parte è giudicato dalle opposizione troppo ristretto. Si tratterà per allargarlo e per includere anche un docente esterno.