La situazione di impasse nel quale si trova il disegno di legge Buona Scuola in Commissione Istruzione del Senato è relativa, soprattutto, all'assunzione dei docenti precari ed al ruolo dei superpresidi.

L'apertura di questi due punti essenziali della riforma garantirebbe un cammino più veloce all'approvazione del testo, ma Renzi non vuol cedere soprattutto sul numero dei precari da stabilizzare. Più tenera sarebbe la posizione della maggioranza del Partito democratico sul superpreside, ma non andrebbe di certo ad accontentare docenti e sindacati.

Minoranza PD, cosa prevede l'emendamento al ddl scuola sui superpoteri dei presidi

Infatti, l'emendamento presentato dalla minoranza Dem prevede, come unico risultato, una diversa composizione del comitato di valutazione della Scuola. Quest'ultimo sarebbe composto dal dirigente scolastico e da quattro docenti, nominati tra i membri del consiglio di istituto e non più eletti dal collegio dei docenti. Rimarrebbero tra i componenti i due genitori fino alle scuole medie ed un genitore ed un alunno nel comitato di valutazione delle scuole superiori, ma non avrebbero diritto di voto.

Pertanto, secondo quanto previsto dall'emendamento, il comitato di valutazione assumerebbe il compito di scegliere i prof dagli ambiti territoriali, ma su di esso avrebbero gioco facile i presidi in virtù della composizione gerarchica.

In più, secondo docenti e sindacati, questa struttura non garantirebbe né trasparenza e nemmeno il rischio di dispetti e rivendicazioni varie.

Riforma scuola, per la minoranza Pd occorre assumere tutti i precari storici

Sulla questione delle assunzioni, per la minoranza Pd è necessaria la stabilizzazione graduale di tutti i precari storici, in primis quelli rientranti nelle varie graduatorie per poi procedere con tutti gli abilitati con almeno tre anni di insegnamento.

La novità risiede nel fatto che i 3 anni di insegnamento dovrebbero essere calcolati seguendo la prassi delle ricostruzioni di carriera: pertanto, come anno si intende il servizio svolto nella scuola per almeno 180 giorni, seppur frazionati, oppure l'insegnamento svolto dal 1 febbraio fino al termine delle attività e i 3 anni potrebbero essere anche non consecutivi.

Inoltre, la relatrice del Pd, Francesca Puglisi ha presentato un emendamento all'articolo 8 del tutto uguale a quello uscito dalla Camera e che riguarda la definitiva perdita del diritto alla mobilità. Rispetto a come avviene attualmente, i docenti faranno bene a non chiederla per non andare incontro a rischi di trasferimenti del tutto aleatori.

La proposta della minoranza del Pd è profondamente differente dalla posizione di Renzi, che coincide con il piano delle assunzioni passato alla Camera: le assunzioni per il Premier, infatti, potrebbero al massimo arrivare a 107 mila, includendo le graduatorie ad esaurimento e le graduatorie dei concorsi. Rimarrebbero esclusi circa 180 mila precari tra i quali gli abilitati non immessi negli elenchi provinciali e appartenenti alle Gae.