Vuota il sacco l'ex ministro del Lavoro e delle Politiche sociali del Governo Monti sulla riforma Pensioni del 2011 che innalzò in modo drastico l'età pensionabile e introdusse pesanti penalizzazioni sui prepensionamenti bloccando di fatto anche l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.

Riforma pensioni, Elsa Fornero rivela i retroscena che portarono all'aumento dell'età pensionabile

Mentre tutti oggi vogliono cambiare la legge che porta il suo nome introducendo nuovi criteri di flessibilità in uscita per la pensione anticipata a 62 anni, l'economista, torinese esperta di sistemi previdenziali e mercato del lavoro, svela i retroscena dei vertici a Palazzo Chigi degli esponenti della maggioranza delle larghe intese che nel 2011 durante i quali veniva praticamente progettata la legge Fornero.

 Una delle più dure riforme delle pensioni mai realizzate in Italia che ha peraltro "inventato" di sana pianta il nuovo problema dei lavoratori esodati, lasciati praticamente senza lavoro e senza pensione e che adesso possono godere di salvaguardie parziali in attesa di una definitiva soluzione del loro problema.

Previdenza, l'ex ministro critica i politici che l'hanno lasciata sola di fronte all'impopolarità della sua legge

"Gli incontri con Alfano, Bersani e Casini - ha dichiarato Elsa Fornero - erano deludenti. In quelle cene a Palazzo Chigi - ha aggiunto - rimanevo delusa perché a nessuno di loro - ha sottolineato l'ex ministro del Lavoro - interessava il merito dei problemi". "Io parlavo a loro del merito dei problemi - ha affermato la Fornero durante la registrazione della nuova puntata di 'Roma InConTra' che sarà trasmessa mercoledì prossimo in seconda serata sul canale 518 di Sky - ma questo a loro non interessava, perché - ha fatto notare l'economista - poi non potevano dire nulla al loro elettorato.

Mi intristiva - ha aggiunto Elsa Fornero dicendosi col senno di poi delusa anche del premier Mario Monti - che in un momento così difficile pensassero solo all'audience politica". La Fornero ha spiegato anche che non tornerebbe a fare il ministro e ha rivelato che "per quel ruolo ho rinunciato alla pensione". Parlando della sua esperienza romana nei palazzi del potere l'ex ministro ha detto di aver avuto modo di vedere delle "strutture di potere opache, consolidate, reticolari, con connotazioni - ha detto - un po' fasciste".