Tiene banco il tema del rimborso delle pensioni Inps , per quel che riguarda il mancato adeguamento all'inflazione per il periodo gennaio 2012 - agosto 2015. Come anticipato da Renzi, il provvedimento sarà un una tantum, cioè non verrà rimborsata in toto la cifra che lo Stato deve ai contribuenti. Questa scelta ha portato le associazioni di categoria dei pensionati e i sindacati sul piede di guerra: è già stata annunciata dagli stessi una class action per impugnare la norma che secondo loro è contraria alla sentenza della Corte Costituzionale che aveva parlato di rimborso totale dilazionabile nel tempo per motivi di ragion fiscale.

Di fatto dei quasi 20 miliardi dovuti solo circa 2.2 miliardi andranno nelle tasche dei pensionati. Il Governo dal suo canto si è difeso dicendo che sarebbe stato immorale ed ingiusto rimborsare tutti, anche le Pensioni più alte, dato che le condizioni per i pensionati attuali e futuri sono nettamente più sfavorevoli rispetto a chi è andato in pensione con il sistema retributivo (specie nel pubblico impiego). Da un punto di vista contabile e politico questo discorso può anche stare in piedi, però bisogna anche tenere conto che in uno stato di diritto la legge è fondamentale per garantire soprattutto quel patto sociale tra Stato e cittadini e quindi delle interpretazioni delle norme sempre favorevoli allo Stato ovviamente generano dei malumori,

La tassazione e gli importi del rimborso Inps 2015

Passiamo adesso ad analizzare tecnicamente il rimborso Inps di agosto 2015 dal punto di vista della tassazione e del calcolo degli importi.

Per quanto riguarda il primo aspetto bisogna chiarire che il bonus Poletti non sarà esentasse, ma ad esso verranno attribuite le normali aliquote Irpef che vengono calcolate in base al redditi totali dichiarati. Mediamente considerando solo il reddito da pensione e non altre rendite l'importo trattenuto dovrebbe essere di circa un quinto della somma con un aliquota media del 27%.

Per quanto riguarda gli importi del rimborso INPS, sarà diviso in 3 fasce progressive:

  1. per gli assegni da tre e quattro volte la minima (ovvero tra 1.500 e 2.000 euro) la rivalutazione per il 2012-13 scende al 40% ;
  2.  per le pensioni tra le quattro e le cinque volte la minima (tra 2.000 e 2.500) la rivalutazione sarà del 20%; 
  3. per le pensioni tra i 2.500 e i 3.000 euro la rivalutazione sarà pari al 10%.
Gli importi devono essere considerati al lordo e non al netto.