Lo sciopero degli scrutini indetto dai sindacati come ulteriore e drastica forma di protesta contro il DDL Scuola ha rilevato picchi di adesioni del 90% in moltissimi posti. A riferirlo è Repubblica.it, che riporta dati basati sulle comunicazioni dei sindacati stessi. Ieri sui social network erano circolate voci circa alcune scuole in cui non aveva aderito quasi nessuno, ma i dati sindacali generali sono molto positivi invece. Le regioni che hanno dato il via allo sciopero degli scrutini sono state Molise, Emilia Romagna, Lombardia e Lazio. Questo significa che in queste quattro regioni, secondo quanto affermano i Cobas, gli scrutini svolti corrispondono solo al 10%.

Sciopero degli scrutini: non è ancora finita

Lo sciopero degli scrutini contro il DDL scuola è stato indetto nei primi 2 giorni utili calendarizzati dai singoli istituti. Le regioni che hanno aderito, hanno chiuso le lezioni il 6 o l'8 di giugno. Altre tredici regioni vedranno la chiusura delle lezioni tra oggi e domani, per cui è verosimile pensare che lo sciopero possa accavallarsi anche con gli esami di maturità. Molti presidi sono in allarme e indicono riunioni, ma un motivo dello sciopero è proprio il ruolo 'dittatoriale' di cui la riforma li rivestirebbe.

I primi dati dello sciopero degli scrutini

A Roma, il Coordinamento delle scuole secondarie ha comunicato che gli scrutini sono saltati in diversi istituti.

Dati simili sono confermati pure a Ferrara. La Flc Cgil conferma punte di adesione tra l'85% e il 90%, con altri istituti che si sono fermati fra il 70% e il 60%. La Sicilia ha visto alcune scuole di Palermo con scrutini completamente bloccati e altri istituti con percentuali di adesioni comprese fra il 50% e il 70%. Ricordiamo che per gli scrutini finali, basta che sia un solo docente del collegio a scioperare per farli saltare.

Ora si resta in attesa dei dati definitivi, che arriveranno a sciopero concluso. Nel frattempo resta la velata minaccia di Renzi circa la possibilità che il DDL scuola possa saltare: niente riforma, niente assunzioni a settembre. Ma gli insegnanti non mollano!