Il pesidente dell'Inps, Tito Boeri, il professore bocconiano alla testa del più grande istituto previdenziale pubblico italiano, ha garantito giorni fa che entro la fine di questo mese di giugno avrebbe presentato una sua proposta onnicomprensiva per modificare l'attuale sistema pesionistico italiano, una vera controriforma della legge Fornero del dicembre 2011 vigente tuttora. Le ultime novità sulle pensioni ci rivelano che la proposta prevede il sistema del calcolo dei contributi versati per chi volesse andare in pensione anticipatamente. Misura che non fa certamente il paio con la proposta del presidente della commissione lavoro della Camera, il pieddino Cesare Damiano che prevede il prepensionamento con 35 anni di contributi e con 62 anni di età, seppur con una penalizzazione massima dell'8% decrescente mano mano che ci si avvicina all'età pensionabile.

Non solo calcolo contributivo nella proposta Boeri, nel mirino anche invalidità e tagli

Oltre a tale novità pare proprio che le proposte di Boeri di modifica della legge Fornero, prevedano, al fine di far fronte alla necessità di calibrare esigenze sociali con la sostenibilità economica, tagli e ristrettezze. Difatti nel mirino del presidente dell'Inps ci sarebbero anche gli assegni di invalidità e di reversibilità che hanno una forte incidenza sui conti pubblici ed in particolare per le finanze dello stesso istituto prevedenziale. Dagli studi effettuati da Boeri e dai suoi ragionieri, del resto confortati anche dai dati Istat, le percentuali delle pensioni assistenziali (con particolare riferimento alle invalidità civili e di guerra) sono molto elevate in particolare al Sud.

Secondo il Boeri pensiero bisognerà intervenire su queste Pensioni, cercando di fare chiarezza e di intervenire con maggiore rigore.

Le proposte del PD, no al contributivo si ai prepensionamenti e quota 41

Alle ipotesi di intervento sulla Fornero che stanno per esere formalizzate da Boeri, fanno da contralaltare le dichiarazioni di Marialuisa Gnecchi, del Partito Democratico e membro della commissione lavoro della Camera.

L'on. Gnecchi, infatti, ha dichiarato, come si rileva da Il Sussidiario net, che la proposta del PD è quella di consentire a tutti i lavoratori di accedere al pensionamento a 62 anni e 35 di contributi con penalizzazione (in realtà la proposta è quella di Damiano) e che chi ne ha 41 di contributi può lasciare il lavoro, indipendentemente dall'età anagrafica e senza decurtazione dell'assegno pensionistico.

La proposta va incontro alle aspettative dei lavoratori precoci.

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