L'iter per l'approvazione finale del ddl Scuola è partito il 1 luglio, come riportato in un articolo a firma di Valentina Santarpia sul Corriere della Sera. I docenti di tutta Italia si mobilitano per una grande manifestazione di protesta per il 7 luglio, giorno previsto per il passaggio definitivo del ddl di riforma sulla scuola nell'aula di Montecitorio, per poi avere il sigillo del presidente Mattarella. E sempre di ieri è la notizia per la quale Imposimato ha presentato alla presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, una petizione ex articolo 50 della Costituzione per rispettare la sentenza europea del 26 novembre, esortando ad evitare di ricorrere nuovamente all'esercizio del voto di fiducia perché in contrasto con il comma 4 dell'art.

72 della stessa carta costituzionale.

Chiarezza sul referendum

Gli stessi docenti mettono in guardia sui messaggi che si stanno diffondendo in rete in questi giorni nei quali si invita tutti a recarsi nei comuni per la raccolta di firme per il referendum abrogativo della riforma sulla scuola. Occorre precisare infatti che il ddl non è legge quindi in nessun comune sarà possibile trovare moduli firma come riportato nei predetti messaggi. Orizzontescuola.it questa mattina probabilmente commette un refuso parlando di 2 milioni di firme necessarie per il referendum. E' noto infatti che ne bastino 500 mila come riportato nell'art. 75 della Costituzione consultabile su senato.it. Ma gli stessi docenti che si riuniranno a Roma davanti a Montecitorio non escludono altre forme di agitazione volte alla disobbedienza civile e agli scioperi bianchi, forti anche dell'opera informativa di Imposimato per cui è possibile far rilevare vizi di incostituzionalità tali da far ottenere l'abrogazione della legge stessa.

Fermare il declino

La convinzione comune all'interno della categoria dei docenti, riallacciandosi ad un articolo comparso su Huffington post che illustra la metamorfosi della scuola pubblica, è che si tratti di una riforma uscita dai salotti liberal-chic di una intellighentia "ignorante", come hanno avuto a definirla illustri personaggi politici quali ad esempio Gustavo Zagrebelsky.

Renzi è solamente il rappresentante, l'uomo solo al comando a Montecitorio che si intrufola nei gangli sociali per sovvertire i ruoli democratici garantiti dalla collegialità, trasformando la scuola in una sorta di grande azienda con un dominus al comando. L'appello è rivolto a tutti gli insegnanti e a tutti coloro i quali sta a cuore la scuola pubblica.