"Sulla flessibilità noi abbiamo idee abbastanza chiare: vogliamo concedere la pensione a partire dai 62 anni di età con 35 di contributi e con un un massimo di penalizzazione dell'8%: oppure con 41 anni di contributi indipendentemente dall'età, sia per gli uomini che per le donne" spiega il Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano, ribadendo che "siamo invece contrari al ricalcolo dell'assegno con il sistema contributivo" visto che questo passaggio significherebbe affliggere i futuri pensionati con un taglio troppo elevato sulla mensilità erogata.
Una conseguenza che in futuro potrebbe obbligare di nuovo lo Stato ad intervenire con altri strumenti di sostegno al welfare, che di fatto vanificherebbero i risparmi generatisi con l'abbandono del meccanismo di pensionamento di stampo retributivo. Ma se il Parlamento esprime le proprie preferenze per dei meccanismi che prevedano il sistema delle quote con penalizzazione contenute, dall'Inps si fa sapere che il costo immediato per implementare delle simili misure potrebbe risultare troppo elevato (circa 8,5 miliardi di euro per la quota 97 secondo le ultime stime).
Riforma della previdenza, Boeri punta su sistema contributivo per garantire sostenibilità del sistema
Stante la situazione, nella giornata di oggi è previsto l'incontro tra il Presidente dell'Inps Tito Boeri e il Ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan, mentre per il prossimo giovedì 9 luglio è stata programmata una nuova riunione tra i vertici dell'istituto di previdenza e i rappresentanti delle principali sigle sindacali (Cgil, Cisl e Uil).
Al centro del dibattito vi sarà ovviamente la discussione sull'introduzione di nuovi meccanismi di flessibilità per pensionandi e lavoratori precoci. I tempi tecnici prevedono l'invio della bozza della legge di stabilità a Bruxelles entro il mese di ottobre, pertanto considerando anche la pausa estiva non c'è ancora molto tempo per lavorare sulle proposte di flessibilità.
Vi è poi da ricordare che oltre al tema dei pensionandi, il welfare previdenziale dovrà portare avanti anche dei provvedimenti per i cosiddetti ultra cinquantenni, ovvero per coloro che hanno perso il lavoro in età avanzata e al contempo risultano ancora troppo lontani dai requisiti di pensionamento previsti dalla legge Fornero.
Per questi motivi, le decisioni prese nelle prossime settimane potranno avere un impatto determinante sul destino di moltissimi lavoratori e pensionandi, che a quattro anni dalla legge Fornero attendono ancora una misura correttiva strutturale per far fronte alla situazione di disagio nella quale sono finiti con l'irrigidimento nei requisiti di accesso alla pensione pubblica avvenuto nel 2011.
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