Il presidente dell'Inps, Tito Boeri, doveva presentare una sua proposta sulle modifiche da apportare all'attuale legge in vigore sulle Pensioni. Tito Boeri aveva dichiarato che la proposta su come modificare il sistema pensionistico italiano doveva essere presentato entro ieri 30 giugno.

Proposta modifiche riforma pensioni di Tito Boeri

Al momento non si hanno notizie se la proposta del presidente dell'Inps sia stata presentata o meno e qual è il suo contenuto. Di certo Tito Boeri non è d'accordo con la proposta di Cesare Damiano, presidente della commissione lavoro, la quale prevede che sia concessa la possibilità di accedere alla pensione ai lavoratori che hanno compiuto il sessantaduesimo anno di età e raggiunto i 35 anni di contributi.

La proposta dell'esponente di spicco della minoranza Dem prevede, inoltre, che per i lavoratori che accettano di andare in pensione al compimento di 62 anni di età ci sia una decurtazione sull'assegno mensile massimo dell'8%. La proposta di Cesare Damiano, secondo Tito Boeri, non è facilmente praticabile perché chiederebbe un enorme esborso alle già disastrate casse dello Stato.

Situazione ad oggi per lavoratori precoci e Quota 96

La modifica alla legge Fornero proposta da Cesare Damiano, però, permetterebbe di accontentare un nutrito numero di lavoratori che appartengono alla categoria dei lavoratori precoci. I precoci sono una categoria di lavoratori fortemente penalizzata dall'attuale riforma pensionistica in vigore: non hanno potuto accedere alla pensione perché l'età pensionistica con la riforma Fornero si è di molto alzata.

I lavoratori precoci sono una categoria che ha iniziato a lavorare da giovanissimi e da tempo ha raggiunto il massimo dei contributi ma non può accedere alla pensione perché non ha raggiunto il requisito dell'età pensionabile.

Per i Quota 96, 4 mila lavoratori del comparto scuola che per un errore di interpretazione dei tecnici che hanno redatto l'attuale riforma pensionistica non hanno diritto all'accesso alla pensione, non ci sono rilevanti novità. Il governo si era impegnato nel risolvere la complicata questione dei Quota 96 già da qualche mese ma, ad oggi, non vi è stato un riscontro concreto.