Dopo le spaccature e le polemiche sul Jobs act e la riforma della scuola, mentre è ancora in alto mare la discussione sulle riforme costituzionali e la nuova legge elettorale, sarà la riforma delle Pensioni uno dei banchi di prova della maggioranza che sostiene il Governo Renzi e in particolare della tenuta del Pd. Il confronto è aperto, la sintesi dovrebbe essere trovata entro l'estate, per arrivare pronti con le proposte di revisione della legge Fornero all'esame della legge di Stabilità. Oggi si registra il nuovo intervento del premier dalle pagine de l'Unità. Matteo Renzi conferma l'intenzione dell'esecutivo a inserire nuovi criteri per rendere più flessibile l'uscita dal lavoro e quindi l'accesso al prepensionamento, ma sottolinea anche che non c'è da stare tanto allegri perché comunque si devono fare i conti la necessità di tutelare la finanza pubblica.

Riforma pensioni, minoranza dem a Renzi: ecco le nostre proposte

Subito dopo l'intervento del premier, che comunque non ha fornito dettagli su quali siano le sue proposte per la riforma pensioni, torna a farsi sentire la voce della minoranza dem. Ieri, l'ex segretario del Partito democratico, Pierluigi Bersani, aveva auspicato, parlando con i cronisti a margine di un convegno ad Agrigento, un intervento di chiarezza da parte dell'esecutivo dopo gli allarmismi provocati dalle proposte del presidente dell'Inps su un possibile ricalcolo delle pensioni concesse con l'opzione retributivo. Oggi interviene con una nota stampa il presidente della commissione Lavoro della Camera. Cesare Damiano, che ha contestato il piano di Tito Boeri sulla previdenza, esprime soddisfazione per le dichiarazioni di Renzi sull'introduzione di nuove modalità di accesso al pensionamento che siano più flessibili rispetto a quelle previste dalla legge Fornero, ma ha ricordato al premier le diverse proposte già presentate da diversi parlamentari del Pd - quella sulle pensioni a 62 anni, 35 anni di contributi e penalità dell'8% o quella che prevede il pensionamento a Quota 100 - che oltre ad essere ampiamente sostenibili, secondo Damiano, rendono giustizia ai penalizzati dalla legge previdenziale del 2011.

Per la minoranza dem la riforma pensioni dovrà essere una "operazione di giustizia sociale".

Pensioni, Damiano: inspiegabile no a soluzione 'opzione donna'

Damiano, per evitare che prendano il sopravvento proposte che possano ulteriormente dividere, in vista della legge di Stabilità manda a dire al governo: "Dobbiamo prepararci da subito".

Nel frattempo, mentre prosegue il confronto nelle diverse sedi politiche e istituzionali, il presidente della commissione Lavoro di Montecitorio chiede la risoluzione dei problemi relativi alla Opzione Donne. In particolare viene chiesta nell'immediata la correzione di una interpretazione restrittiva della norme sul pensionamento delle lavoratrici per permettere, anche alle donne che maturano tale diritto entro il 31 dicembre 2015, di accedere al prepensionamento a 57 anni di età con 35 anni di contributi, con il ricalcolo tutto contributivo il trattamento previdenziale.

C'è già il parere favorevole del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, l'ok dell'Inps, manca adesso il via libera dal ministero dell'Economia e delle Finanze diretto da Pier Carlo Padoan. Damiano sostiene che i fondi ci siano e chiede al governo: "Perché non si fa?".