In questa torrida estate i riflettori sono tutti puntati sulla riforma delle pensioni e sulle possibili categorie di lavoratori che potrebbero beneficiarne: tra i punti spinosi su cui Damiano ha riportato più volte l'attenzione resta anche l'eventuale proroga dell'opzione donna. Molte le lavoratrici che riunitesi nell'omonimo Comitato capeggiato da Dianella Maroni restano in attesa di comprendere se la class action avrà i suoi effetti dinanzi al Tar del Lazio. Ricordiamo, infatti, che le lavoratrici hanno richiesto all'unisono la cancellazione delle circolari 35 e 37 del 2012 colpevoli di aver anticipato la possibilità di accedere alla c.d opzione donna di oltre un anno, tagliando fuori più di 6 mila lavoratrici che matureranno i requisiti solo nel 2015.

Punto della situazione e ultime novità al 23/7 su opzione donna: Serve intervento urgente, i tempi stringono!

Tanti i parlamentari provenienti da tutta Italia che hanno appoggiato la 'battaglia' contro l'Inps di queste lavoratrici. Non si può non menzionare tra le più attive anche Maria Luisa Gnecchi (Pd); l'ultimo intervento per difendere l'opzione donna giunge invece dalla Senatrice Donatella Albano che in una nota chiede venga concessa la possibilità alle lavoratrici di poter scegliere di andare in pensione di anzianità maturando i requisiti anagrafici e contributivi entro il 31/12/2015. Il tempo, prosegue la senatrice, è ormai ridotto all'osso, le lavoratrici che hanno accettato pur di andare in pensione, a 57 anni se dipendenti o 58 se autonome, un assegno decisamente più leggero, hanno almeno il diritto di veder rispettato quanto stabilito dalla legge 243/2004.

L'Inps, sostiene la Albano, ha deciso contro la legge di applicare le finestre mobili, anticipando così di oltre un anno i requisiti richiesti. Ora si dovrebbe quantomeno provvedere al più presto a risolvere questa stortura previdenziale.

Non è possibile, sostiene la Senatrice, che si continui il rimpallo tra Ministero del Lavoro e Ministero dell'Economia e delle Finanze senza giungere ad una soluzione.

Intanto nell'attesa di comprendere se la class action porterà buoni frutti si è riunito su Facebook un altro gruppo di lavoratrici. Le iscritte al gruppo 'opzione donna proroga al 2018' invitano il Governo a considerare anche un'eventuale estensione fino al 2018, al fine di lasciare la possibilità a molte donne, rimaste escluse, di poter uscire anticipatamente per godersi nipotini e fare largo ai giovani.

Le lavoratrici stentano a capire, così come i parlamentari che le sostengono, come possa la Ragioneria di Stato avere ancora dubbi sull'opzione donna. A conti fatti, trattandosi di una pensione anticipata con calcolo contributivo, le casse statali conterebbero nel lungo periodo dei notevoli risparmi. Quali sono allora, ci si chiede, le ragioni reali che impediscono all'esecutivo di dare il via libera all'estensione dell'opzione donna?