Introdotti in via sperimentale nel 2008 per il settore agrario ed oggi usati per il pagamento del lavoro accessorio riconosciuto dalla legge Biagi, i voucher dell’Inps sono in continua crescita. A rivelarlo è una recente indagine svolta dal Centro Studi Cna. Solo l’anno scorso sono stati venduti quasi 70 milioni di voucher, per un numero di ore lavorate equivalenti a circa 33 mila posti di lavoro full time. Cifre ben lontane da quelle, assai modeste, che hanno caratterizzato il loro timido esordio.

Il boom, perché? Per capire le ragioni di questo fenomeno occorre ricordare che tra il 2008 ed il 2014, e cioè nel periodo preso in considerazione dall'indagine Cna, questa formula contrattuale è stata progressivamente liberalizzata, fino ad consentirne, con la riforma Fornero (L.

n. 92/2012), l’utilizzo nella generalità dei settori produttivi e per tutte le categorie di lavoratori, purchè entro determinati limiti economici stabiliti dalla legge. E con l’entrata in vigore del D.lgs. n. 81/2015, attuativo del Jobs Act, che ha aumentato il tetto dei compensi (da € 5mila euro netti ad € 7mila netti l’anno con riferimento alla totalità dei committenti) il contratto di lavoro accessorio pagato con i voucher è destinato a ricevere un ulteriore slancio. I buoni lavoro, d’altra parte, malgrado i rischi, correlati alla loro flessibilità, di pratiche elusive della normativa fiscale e previdenziale cui possono prestarsi, si sono rivelati strumenti comunque utili a favorire l’emersione di attività sommerse a bassa intensità lavorativa o caratterizzate dalla discontinuità della prestazione.

Vantaggi - Ma vediamo i principali vantaggi per i lavoratori e i datori di lavoro che ne fruiscono.Va ricordato che i voucher, che il committente acquista (presso le rivendite di tabacchi e bolli, gli uffici postali, le banche popolari e sportelli dell’Inps o anche in via telematica) e consegna al lavoratore in funzione dei numero delle ore e della prestazione resa, equivalgono a denaro contante.

Ogni singolo voucher ha un valore nominale, riferito alla retribuzione oraria, di € 10, di cui € 7,50 netti a favore del lavoratore, mentre la differenza è costituita dai contributi previdenziali ed assicurativi. Ricevuto il voucher, il lavoratore può convertirlo, riscuotendo la paga netta in contanti, presso un qualsiasi ufficio postale.

Il vantaggio per i lavoratori (pensionati o cassaintegrati, studenti, casalinghe, lavoratori part-time, extracomunitari con permesso di soggiorno, ecc.) è che il compenso percepito rimane sotto la soglia della no-tax area e non incide sullo stato di disoccupato o inoccupato ed è cumulabile con i trattamenti pensionistici e compatibile con i versamenti volontari. Lo svolgimento di prestazioni di lavoro accessorio, che pur non dà diritto alle prestazioni a sostegno del reddito dell'INPS (maternità, malattia, assegni familiari ecc.), è inoltre riconosciuto ai fini pensionistici. Con una circolare del 29 luglio scorso l’Inps ha chiarito, infine, che il lavoro accessorio pagato con i voucher è cumulabile, in tutto od in parte, con la Naspi.

Da parte sua, i committenti (privati o imprenditori/professionisti) possono beneficiare di prestazioni lavorative utili a far fronte ad improvvisi picchi di attività o a coprire inattese carenze organizzative nella totale regolarità fiscale, previdenziale ed assicurativa.Anche con le nuove norme resta fermo il divieto di impiego nell’ambito di contratti di appalto o in somministrazione e l’obbligo di comunicare agli enti competenti l’inizio della prestazione di lavoro accessorio.