Prosegue ininterrottamente l'infuocato dibattito sulla riforma Pensioni precoci e donne, entrambi i gruppi nati sul web 'lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti' e 'opzione donna proroga al 2018'continuano il pressing quotidiano nei confronti del Governo Renzi. I loro obiettivisono: ottenere in Legge di Stabilità l'approvazione del decreto 857 di Damiano e la conseguente Quota 41, nonche' la proroga dell'opzione donna al 2018. L'ultimo intervento, che sembra andare a favore di queste due richieste, è quello del professore Luigino Bruni, docente di Economia politica all'Università Lumsa di Roma.

Il professore, intervistato da Pietro Vernizzi, si dicea favoresiadellaQuota 41 per i precoci, quantodi una soluzione che permetta alle donneconmeno contributi, ma che si sono dedicate alla cura della famiglia, di accedere anticipatamente alla pensione. Per queste categorie di lavoratori, così come per gli esodati però, stando al parere diBruni, non è sufficiente una semplice sanatoria, occorre invece sanare il problema alla radice. Vediamo i dettagli dell'intervista pubblicatainteramente stamaneda Il Sussidiario.net.

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Luigino Bruni non ha dubbi e, rispondendo alle parole di Pietro Vernizzi, dice, parafrasando il suo pensiero, che é più che corretto consentire di andare in pensione ai lavoratori precoci che hanno maturato più di 40 anni di contributi; é necessario, altresì, creare dei canali preferenziali per tutte le donne che, pur avendo meno contributi alle spalle, hanno speso i loro anni migliori per prendersi cura della famiglia.

Non é sufficiente, però, una semplice sanatoria: il problema per queste categorie di lavoratori andrebbe risolto alla radice. Sulla proposta di Cesare Damiano di consentire la quota 41 senza penalizzazioni ai lavoratori precoci indipendentemente dall'età anagrafica, il professore Bruni si dice favorevole. Precisa, però, che la soluzione é senza dubbio interessante per i lavoratori che in passato sono andati a lavorare in giovane età e che ora, pur essendo anagraficamente lontani dalla pensione, meritano, avendo versato 41 anni di contributi, di poter accedere alla quiescenza e potersi finalmente dedicare ad altro, ma non é la soluzione idonea pensando al futuro.

Oggi c'é un innalzamento dell'età scolare, dunque difficilmente si entrerà a lavorarea 15 anni. Pertanto, l'obiettivo della prossima Riforma pensioni, secondo il professore Bruni, dovrebbe essere più ambizioso: 'l'Occidente deve puntare ad una riduzione del numero di anni di lavoro per tutti'. E aggiunge, (parafrasiamo ancora una volta il suo pensiero), che il lavoro non dovrebbe occupare tutta la vita del lavoratore.

Per questa ragione chi ha già lavorato 40 anni dovrebbe ritirarsi dal mercato del lavoro prima.

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Per quanto concerne la pensione anticipata donne, secondo il docente bisognerebbe, in primo luogo, concedere una sanatoria a quante hanno dovuto dedicarsi, in modoconsistente,oltre che al lavoro anche alla famiglia. Non si può non tenere conto della sproporzione esistente, ancora oggi, tra uomo e donna nei servizi di cura; sarebbe auspicabileun domaniuna maggiore ridistribuzione dei compiti tra le due figure.Per quanto concerne gli esodati, visto che sono prodotti dall'attuale riforma,occorrerebbero misure per tutti coloro che perderanno il lavoro dopo i 50 anni.