Continuano a far discutere i dati dell’Inps sullePensionimaggiorate dei sindacalisti. I dati hanno creato non poco scalpore e disappunto tra i lavoratori, minando la credibilità degli uomini e delle donne che sono stati designati alla tutela degli interessi e soprattutto dell'uguaglianza e della parità dei diritti dei lavoratori stessi. Ora su costoro piovono critiche ma anche sarcasmo. La vicenda comunque non è nuova.

I privilegi ed i diritti acquisiti dei sindacalisti appartengono al passato, norma del 1996 li rende legali

Già, infatti, lo scorso ottobre, attraverso un servizio delle “Iene”, venne messo alla luce la vicenda deiprivilegi di alcune categorie.

Ma come sia possibile una cosa del genere, sono in molti a chiederselo. Con la legge 564 del 1996 per i sindacalisti ai fini pensionistici si prende a base del calcolo l'ultimo stipendio goduto (a certe condizioni) come se quello stipendio fosse stato così per tutta la vita lavorativa. Si comprende benissimo che se una lavoratore negli ultimi mesi di lavoro ha una miglioria nella carriera con uno stipendio più consistente rispetto a tutto l'arco lavorativo, in base a quella legge del 1996, riceverà una pensione che non terrà conto dei 40 anni di lavoro bensì solo degli ultimi mesi, se non addirittura solo dell'ultimo mese. Ora il problema torna a galla e si ritorna a parlare dell'intoccabilità dei diritti acquisiti.

Il criterio sarebbe giusto se applicato per tutti i lavoratori ma soprattutto se il diritto non avesse una ricaduta negativa sulla collettività.

Il governo, per bocca del sottosegretario all'economia Zanetti, interverrà per eliminare i privilegi

Per il governo, ma soprattutto secondo Enrico Zanetti, segretario politico di Scelta Civica e sottosegretario all’Economia nell'attuale governo, il problema delle pensioni maggiorate dei 17.319 i sindacalisti non costituiscono una sorpresa dal momento che l’Istituto previdenziale nazionale se ne è interessato a seguito dell’interrogazione presentata dall’onorevole Giulio Sottanelli (di Scelta Civica) lo scorso 8 luglio.

Dall'interrogazione emerse che i 17.319 i sindacalisti, sfruttando una norma inserita in un decreto del 1996, hanno ottenuto in questi anni un trattamento previdenziale integrativo a fronte del versamento di una sola mensilità di contributi.

Ora, afferma sempre Zanetti, il governo procederà anche con una revisione retroattiva delle indennità dei parlamentari, affinché si possa procedere alla cancellazione retroattiva di questi privilegi...

e intanto i lavoratori prossimi alla pensione o già con i diritti acquisiti ante Fornero, quelli che sgobbano e sudano 8 ore al giorno nel chiuso di quattro mura, attendono segnali dal governo per poter andare in pensione. Sono questi le donne dell'opzione donna,sono i lavoratori precoci che, pur avendo maturato i contributi necessari, sono ancora troppo “giovani” per essere collocati a riposo, sono gli over 55 rimasti senza lavoro e senza assegni, sono i quota 96 dellascuola rimasti al lavoro per l'errore della Fornero, sono gli esodati senza lavoro né pensioni.

A tutti questi lavoratori il governo è chiamato a dare una risposta. Cesare Damiano ha garantito che dal giorno 9 settembre nella Commissione Lavoro della Camera saranno chiarite le vicende degli esodati e delle donne.

Il governo quando darà una risposta certa alle rimanenti categorie alle numerose questioni pendenti ormai da anni? Forse la Legge di Stabilità sarà la “panacea” per tutti?

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