"Se sommiamo il tema degli esodati a quello dell'opzione donna e all'annuncio di Renzi che non verrà più introdotto nella legge di stabilità il meccanismo di flessibilità in uscita, si crea una ferita importante nella società e in Parlamento". Ad affermarlo è il Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano, che ha precisato in questo modo il senso del conflitto parlamentare attualmente in essere, rispondendo alle domande del giornale "Libero". Il riferimento è ovviamente da ricondurre al grave stop verificatosi lo scorso 9 settembre, quando ci si attendeva il via libera della settima salvaguardia in favore degli esodati e dei pensionamenti contributivi con opzione donna.

Ma in quell'occasione il Mef ha dichiarato l'indisponibilità delle risorse già accantonate in appositi fondi e su cui faceva conto il Parlamento per dare il via libera alle quiescenza. Da quella situazione si è originato un conflitto istituzionale che ora si dovrà tentare di appianare con le scelte politichedi fine anno.

Pensioni, per Damiano risorse per salvaguardie e flessibilità ci sono

Stante la situazione, è chiaro che il nodo resti ancora una volta legato al tema delle coperture e all'impiego delle risorse accantonate nel corso degli ultimi anni. Per l'On. Damiano, non è possibile accettare una destinazione di tali fondi ad altre priorità, perché "salterebbe il principio stabilito dopo una lunghissima discussione quando fu costituito il fondo, cioè che le risorse risparmiate sono utilizzabili".

D'altra parte, l'esponente della minoranza Dem sottolinea come questa prassi sia già stata seguita fino ad oggi, visto che la sesta salvaguardia degli esodati è divenuta possibile proprio grazie alla presenza di quegli accantonamenti. Pertanto, i nodiriguardanti gli esodati e le lavoratrici che intendono far valere il proprio diritto al pensionamento con l'opzione donna vanno "assolutamente sciolti".

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