Un articolo del Corriere della Sera di giovedì 29 ottobre, anticipando l'avvio della Fase C prevista dal piano straordinario di assunzioni della Buona Scuola, mette inesorabilmente a nudo le intenzioni del governo. I docenti che verranno immessi in ruolo sono quelli iscritti nelle Gae alla data del 13 luglio 2015 che avevano presentato la domanda di partecipazione alla fase B senza ottenere una cattedra. A giudicare dall'abissale divario tra domanda avanzata dalle scuole e offerta proposta dal Miur, non si può fare a meno di dare ragione a quanti sostengono che l'esecutivo abbia voluto svuotare le Gae solo per evitare la multa europea senza nessuna attenzione ai bisogni reali della scuola italiana.

Adesso si scopre che il potenziamento della Fase C non coprirà il reale fabbisogno di offerta formativa.

Tirare a campare

Anche se i docenti delle Graduatorie ad esaurimento non vogliono il concorso ( e con loro anche gli abilitati delle Graduatorie di Istituto) , questa è l'unica opzione che il governo ha saputo fornire a tutti gli esclusi. I nodi vengono tristemente al pettine, come lo stesso Corriere aveva anticipato nei mesi scorsi, fino a rivelare la reale natura del piano di assunzioni della Buona Scuola: sbarazzarsi dei docenti delle Gae per risparmiare sulla multa europea minacciata dalla Ue per la mancata osservanza della direttiva comunitaria sulla reiterazione dei contratti a termine.

Non si spiega altrimenti come mai in Fase C arrivino docenti di musica se la richiesta era per quelli di matematica.

Una truffa in danno dei precari

Dispiace che invece di chiarire le cose dal Miur si sia preferito chiedere agli istituti scolastici di indicare le esigenze pur sapendo che non sarebbero mai state soddisfatte. A questo punto Orsola Riva, ossia l'autrice del pezzo sul Corriere della Sera, piazza il suo affondo e scrive senza mezzi termini che l'ordine di scuderia era quello di mettere a punto una strategia che piegasse i sogni alla realtà. Non ci sono soldi e la multa non si può pagare, tanto vale infilare tutti dentro e chi si è visto si è visto.