Quanto prenderai di pensione? Anche se molti italiani sono convinti che la pensione diventerà presto un miraggio, l'Inps ha deciso di dare una svolta al tema pensionistico: così, a partire da oggi, lunedì 2 novembre 2015, darà il mia all'operazione 'La mia pensione'.

In realtà, l'esperimento era già partito il primo maggio scorso ma i cittadini avrebbero dovuto possedere le proprie credenziali Inps per poter accedere alla consultazione dei dati sul sito dell'istituto di previdenza: in pratica, il passaggio dal cartaceo al digitale non ha ottenuto gli effetti sperati e così da oggi, l'Inps manderà a 5 milioni e mezzo di italiani, la loro simulazione relativa all'importo dell'assegno con il quale saranno 'costretti' a vivere una volta lasciato il proprio lavoro.

La precedenza verrà data ai lavoratori dipendenti: quasi l'80 per cento delle buste arancioni saranno, infatti, indirizzate a loro, mentre gli autonomi saranno circa il 20 per cento e gli iscritti alla gestione separata circa l'1,5 per cento. A partire dal 2016, sarà la volta dei dipendenti statali.

Pensioni, notizie 2 novembre 2015: Inps invia a casa le buste arancioni, quanto prenderemo?

Quanto prenderemo di pensione? Vediamo di fare alcuni esempi, considerando una crescita piuttosto ottimistica del Pil pari all'1,5 per cento e un aumento della retribuzione pari alla stessa percentuale.

Il quotidiano 'Libero', sul numero di oggi, lunedì 2 novembre, ha preso come esempio un lavoratore di 40 e uno di 50 che abbia cominciato a versare i contributi a 23 anni e i risultati non inducono certamente all'ottimismo.

Chi riesce a malapena a salvarsi sono i dipendenti privati e gli statali visto che i tassi di sostituzione, ossia il rapporto percentuale tra l'ultimo stipendio e la pensione, sono compresi tra il 75 e l'89 per cento per gli statali e il 76-85 per cento per i privati.

News pensioni 2 novembre 2015: quanto prenderanno autonomi e professionisti

Per i lavoratori autonomi, la situazione non è certo rosea con il tasso di sostituzione tra il 60 e il 65 per cento. Decisamente male, invece per i lavoratori a progetto, parasubordinati e precari che si dovranno accontentare di un assegno pari a circa la metà della propria retribuzione.

E i professionisti? Qui il tasso di sostituzione rischia di arrivare sino al 28 per cento, con cifre da 'poveri', visto che si calcola che un ragioniere di 50 anni avente reddito annuo netto di 40.000 euro, andrà a percepire un'assegno pensionistico complessivo pari a poco più di 13 mila euro annui.