Il presidente dell'Inpsha dipinto uno scenario catastrofico per l'importo delle Pensioni future. I giovani dovranno lavorare fino a 70 anni e con buona probabilità fino a 75. Questo per percepire un assegno pensionistico nettamente inferiore a quello erogato perchi è andato in pensione anche vent'anni prima di loro. Le donne percepiranno un assegno previdenziale inferiore rispetto agli uomini. Tutto ciò si verificherà se il Pil dovesse aumentare in misura minima. Vediamo i vari punti nel dettaglio.

Più anni di contributi per un importo pensione minore

Boeri, presentando il rapporto all'Ocse Pension at a Glance 2015, ha espresso la sua preoccupazione per la situazione previdenziale italiana nei prossimi anni. I giovani dovranno lavorare più anni di chi li ha preceduti. Si stima che chi ha 30/35 anni dovrà lavorare fino al compimento del 70° anno di vita. Questo è quanto affermato dal presidente Inps: egli ha anche aggiunto che l'assegno previdenziale percepito in futuro daigiovani di oggi, sarà inferiore del 25% rispetto a quello dei loro genitori. Inoltre, l'adozione del sistema contributivo creerà una situazione dilagante di povertà tra i futuri pensionati. In base al sistema di calcolo utilizzato, essi percepiranno una pensione al di sotto della soglia di povertà.

I pensionati percepiscono più dei lavoratori

Per i pensionati la difficile situazione economica italiana è stata vissuta con minore impatto. Il disavanzo economico tra i redditi da pensione e gli stipendi dei lavoratori dipendenti si sta riducendo notevolmente di anno in anno. "La povertà in Italia è avvertita solo da chi ha meno di 65 anni – ha asserito Boeri.

Gli stipendi dei lavoratori dipendenti sono più colpiti dall'inflazione rispetto all'importo percepito dai pensionati" – ha concluso il presidente Inps.

Le donne sono più penalizzate

Le lavoratrici sono la fascia più penalizzata, soprattutto quando esse decidono di mettere su famiglia. La maternità, il probabile cambio di lavoro, la possibilità più vivida di perdere il lavoro con l'arrivo di un figlio sono i limiti che giocano a sfavore delle lavoratrici.

Secondo quanto affermato da Boeri esse potrebbero vantare, in seguito alle problematiche sopra elencate, un numero di anni contributivi inferiore agli uomini. Ciò comporterebbe un assegno previdenziale più basso rispetto ai loro compagni: "È un problema da non fare cadere nel dimenticatoio" – ha precisato Boeri.

Il 15% degli under 30 è povero

Secondo il rapporto presentato da Boeri, l'italia si trova a sostenere una spesa previdenziale più alta del resto d'Europa. L'italia insomma non è un Paese per giovani: quest'ultimi si ritrovano a pagare un numero elevato di tasse per garantire coperture finanziare alle pensioni che lo Stato deve corrispondere. I pensionati della nostra penisola risultano essere più ricchi dei loro coetanei nel resto dei Paesi sviluppati.

La situazione economica per chi ha meno di 30 anni è più difficile per chi ha già una pensione, quindi un reddito certo. "Molto è stato fatto – ha sentenziato Boeri - ma molto deve essere ancora fatto per tutelare le future generazioni" – ha concluso il presidente Inps.