Leultime notizie sulle pensioni ci rivelano che i lavoratori e le lavoratrici precoci, quelli della carriera lavorativa senza fine, cercano, chiedono e sperano di andare in pensione al più presto. La loro speranza è legata ad un filo che ogni giorno sembra diventare sempre più nodoso, sempre più ingarbugliato. La loro vita lavorativa appare come la tela di Penelope: non ha mai fine. Eppure giacciono in Parlamento fin dal 2013 e senza che vengano tenuti nella debita considerazione dei disegni di legge che prevedono la loro uscita dal mondo del lavoro con 41 di contribuzione indipendentemente dall'età anagrafica.

La storia per l'uscita dal lavoro dei precoci parte dal 2013

Già nel “lontano” 2013 fu depositata, da parte del Partito Democratico, a firma dell'attuale presidente della Commissione Lavoro della CameraCesare Damiano, e da altri parlamentari (vedi Baretta e Gnecchi) una proposta di legge per consentire ai precoci di lasciare il mondo del lavorocon 41 di contribuzione senza penalizzazioni indipendentemente dal requisito anagrafico. Sono passati 3 anni e per quella proposta di legge ancora nulla s'è fatto. Nel frattempo, molti dei lavoratori precoci sono andati in pensione più usurati che mai; alcuni sono deceduti prima di potersi godere i sacrifici di una vita: la pensione tanto agognata, tanto attesa.

Molti poi, la maggioranza, proprio perchè ancora “giovani” non hanno raggiunto i requisiti previsti dalla infame” legge Fornero. Molte lavoratrici e molti lavoratori, inoltre, hanno superato i 60 anni, tanti anche i 62, ma sono costretti a lavorare ancora pur avendo iniziato a lavorare magari all'età di 15 anni, in quanto non sono stati versati loro i contributi, perché sfruttati in nero nei cantieri, in qualche bottega, nei negozi, nei campi.

Per questi lavoratori non c'è al momento altra alternativa che continuare a versare contributi previdenziali e pagare irpef. Per loro ciò è un dovere ed anche un obbligo, dal momento checi sono le Pensioni“allegre”elargite a piene mani nel tempo delle “vacche grasse” da sostenere e ci sono anche le “pensioni d’oro”, quelle degli “intoccabili”, della “casta”, elargite per “diritto divino” da finanziare.

Nonostante la situazione economica non del tutto favorevole, qualcosa ora pare però che si stia muovendo a loro favore.

Per i precoci qualcosa si sta muovendo in loro favore

Il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano, i sindacati e lo stesso presidente dell'Inps, il professore Tito Boeri, insistono nei confronti del governo affinché si addivenga ad una rapida soluzione dell'annosa quanto incresciosa vicenda.dei lavoratori precoci. Le proposte in tal senso non mancano, a partire dal disegno di legge Damiano-Baretta-Gnecchi del Partito Democratico e dalla proposta simile, seppur con qualche variante sulle penalizzazioni, di Boeri. A Renzi spetta “l'ardua sentenza”, quella di sciogliere i nodi dell'intricata vicenda.

Si spera solo che i poteri forti dell'Europa non continuino a minare il processo di riforme sullaflessibilitàdelle pensioni che il governo italiano ha avviato con la legge di Stabilità 2016. Flessibilità che lo stesso premier intende portare avanti con tenacia e caparbietà. I precoci lo sperano e lo chiedono a gran voce.

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