Resta sempre surriscaldato e centrale il dibattito sullariforma delle Pensioni e la legge Fornero. Nel mentre il premier Matteo Renzi entra ancora una volta nel mirino e nelle parole infuocate di Landini, leader indiscusso della Fiom, il Presidente dell’Inps Tito Boeri incassa l'elogio da parte del giornalista americano Alan Friedman.

I commenti e le parole infuocate di Landini contro Renzi infiammano la platea Fiom

Da PescaraLandini si scaglia contro il presidente del consiglio Renzicon parole di fuoco, sostenendo la sudditanza del nostro governo ai dettami in materia economica dei superburocrati dell'Unione Europea, che di fatto bloccanole riforme che interessano alla gente invece di farli continuare a lavorare, in particolare quella sulla legge Fornero, la ormai nota a tutti misuravarata del governo dei professori di Mario Monti nel dicembre 2011.

Il leader “massimo” della Fiom dal palco dell’assemblea dei delegati dell’Abruzzo sostiene che quella del Matteo nazionale sia solo una farsa e che il premier italiano faccia soltanto finta di essere per la “modernità”; difatti afferma che l'Italia ha sempre fatto ciò che ci spinge a fare l'Europa, a partire dal taglio delle pensioni, dalla mancata riforma del sistema previdenziale nella sua complessità, dal rendere liberi i licenziamenti. Il segretario generale della Fiom, davanti ai “suoi” in delirio, ha sostenuto che è giunto il momento di cambiare strategia e di modificare gli indirizzi governativi, se si vuole fare una vera battaglia all'Europa dei burocrati.

I lavoratori precoci ancora in lotta per il riconoscimento degli anni di servizio ed in attesa dell’approvazione della Quota 41, gli esodati rimasti fuori dalla settima salvaguardia, la parziale proroga dell’Opzione Donna, secondo Landini, sono solo gli ultimi esempi di un governo bloccato e succube delle decisioni che gli provengono dalla Comunità Europea.

Boeri incassa il plauso di Friedman sulla flessibilità

Se Renzi non ride, lo fa invece il presidente dell’Inps il professore bocconiano Tito Boeri. A lui si è rivolto, infatti, con parole di stima il giornalista Alan Friedman, acuto conoscitore delle italiche vicende. Friedman ha pubblicato sul proprio sito una nota in cui sostiene che il presidente Boeri ha fa bene a lamentarsi e ad esprimere il suo disappunto sulla vicenda delle buste arancioni e sulla flessibilità in uscita.

Friedman sostiene che i lavoratori hanno diritto di conoscere il loro futuro pensionistico e che Boeri ha ragione a spingere sulla flessibilità in uscita che consentirebbe di realizzare la tanto invocata staffetta generazionale. A tal proposito riportiamo, a conforto ed a supporto della tesi di Friedman che proprio in questi giorni i due “duellanti” delle modifiche alla Fornero, Cesare Damiano e Tito Boeri per l'appunto, stanno tentando un avvicinamento delle loro posizioni, proprio sulle modalità e la tempistica relative alla flessibilità in uscita.

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