Il presidente dell'ANP, Giorgio Rembado, è intervenuto a proposito della questione legata alla funzione dei comitati di valutazione e all'assegnazione dei premi agli insegnanti più 'bravi': nel corso di un'intervista rilasciata al noto quotidiano partenopeo 'Il Mattino', Rembado ha sottolineato come, per legge, spetti al dirigente scolastico il conferimento dei bonus agli insegnanti più meritevoli.

L'obiettivo dei sindacati sarebbe quello di bloccare l'attuazione di questa parte di riforma: 'la loro è una battaglia portata avanti in maniera continuativa, sin dall'approvazione della legge - sottolinea Rembado - quando parlavano impropriamente di presidi-sceriffo'.

Ultime news scuola lunedì 29 febbraio: ANP 'Non è il preside che decide i criteri della premialità!'

Il presidente ANP sostiene, inoltre, che la premialità rappresenti una tipica funzione manageriale e che, a loro volta, i dirigenti scolastici verranno valutati in base all'utilizzo dei criteri relativi ai premi.

'Non è il preside che decidere il criterio di premialità! - insiste Rembado - ma saranno tutte le componenti della Scuola' sottolineando come, con tutta probabilità, tali criteri cambieranno di anno in anno. 'Difficilmente vedremo le stesse scelte da parte del preside, è auspicabile che i docenti premiati non siano sempre gli stessi ma che possano variare in base agli obiettivi da raggiungere'.

In ogni caso, niente distribuzione a 'pioggia', perchè altrimenti verrebbe meno lo stimolo a fare sempre meglio: 'C'è una legge e va attuata' - ribadisce l'Associazione Nazionale Presidi che si chiede se i sindacati non abbiano un'idea precisa di cosa sia uno stato di diritto.

Chiamata diretta dei docenti: Rembado su possibile discriminazione degli insegnanti del Sud

Un altro scottante argomento è quello relativo alla chiamata diretta dei docenti, anche questa secondo scelta discrezionale del dirigente scolastico. L'interlocutore pone una domanda ben specifica a Rembado in merito a possibili condizionamenti (per valutazione geografica) nei confronti di quegli insegnanti che dal Sud si trasferiranno al Nord: sarà più difficile per loro ottenere una cattedra rispetto ai loro colleghi del Nord?

Il presidente dell'ANP risponde che, negli anni passati, i docenti del Sud chiedevano subito il trasferimento al loro luogo d'origine creando problemi di continuità didattica. Questo problema, adesso, non si dovrebbe più porre visto l'obbligo di permanenza triennale nella stessa sede: quindi il preside potrebbe tranquillamente scegliere un insegnante meridionale, se il suo profilo corrisponde a quello che la scuola sta cercando.