Il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, è intervenuta stamane ai microfoni di Radio 24 per parlare del prossimo concorso a cattedra. Un concorso che, sappiamo, non piace in alcun modo ai docenti, soprattutto a coloro che da molti anni insegnano nella Scuola e contribuiscono in maniera determinante a portare avanti l'offerta formativa.
Ultime news scuola, giovedì 10 marzo 2016: Giannini 'Basta tribunali amministrativi e carte bollate'
Ancora una volta il ministro non esita a 'snocciolare' i numeri che riguarderanno la prossima maxi selezione: oltre duecento mila candidati per 63.712 posti in tutta Italia.
L'invito 'particolare', però, viene rivolto, questa volta ai sindacati: 'Non impostate sulla Costituzione italiana questa straordinaria opportunità - è l'appello lanciato dal responsabile del Miur, riferendosi alle migliaia di ricorsi che le diverse sigle sindacali stanno predisponendo a favore degli esclusi. 'Credo che non sarebbe una scelta vincente quella di affidare il mondo della scuola a tribunali amministrativi e a carte bollate. Il concorso offre un'occasione ad un'amplissima platea e il Miur ha impostato questo lavoro in maniera seria e rigorosa.'
Giannini: 'Sindacati, lasciamo fare ai docenti uno dei mestieri più belli del mondo'
Il ministro Giannini si rivolge ancora ai sindacati: 'Lasciamo che i giovani possano confrontarsi con la loro vocazione e il loro talento, affinchè possano svolgere uno dei mestieri più belli al mondo: diamo alla scuola quello di cui ha bisogno'.
Viene chiesto al ministro come mai ogni volta, con la scuola, si debba per forza finire in tribunale. L'onorevole Giannini ha risposto che non si tratta solamente di un 'male' che riguarda la scuola ma che può essere esteso a tutto il comparto pubblico. 'E' un virus che è molto diffuso nel nostro Paese e che va a toccare le regole contenute nei contratti di lavoro'. Il ministro ritiene che la scuola, proprio per questo motivo, debba assumersi le maggiori responsabilità e debba rappresentare un esempio affinchè l'Italia possa operare un cambiamento culturale.