Dopo le notizie degli ultimi giorni relative al rosso di bilancio prodotto dall'Inps, arriva una nuova presa di posizione da parte dell'On. Cesare Damiano durante il suo intervento presso la trasmissione televisiva "di Martedì" del canale La7. "Io sui conti dell'Inps ho un'altra opinione e ve la dico: se noi depurassimo i conti da quelli che sono i trasferimentiall'assistenza e togliessimo anche le tasse che si pagano sulle Pensioni che vengono restituiteallo Stato, noi avremmo i conti a posto".A supporto di questa afferma il Presidente della Commissione lavoro alla Camera porta i dati rilasciati ad un recente convegno: "questa è un'indagine di itinerari previdenziali che abbiamo presentato la scorsa settimana.

Datori di lavoro e lavoratori versano 172 miliardi e mezzo nel 2014 e si spendono 173 miliardi, perciòil sistema è sostanzialmente in equilibrio". Arriva quindi l'invito del Parlamentare ad un cambio di mentalità sulla questione degli assegni pubblici: "basta pensare di fare cassa con le pensioni o andare in Europa a spiegare che le pensioni valgono il 16% del Pil: non è vero".

Riforma pensioni e flessibilità di welfare: ripensare alle attuali regole sulla previdenza

Nel corso del dibattito si è tornati a parlare delle forti dicotomie che sussistono tra precarietàlavorativa e mancanza di flessibilità nella previdenza. Oltre al nodo di chi non riesce ad ottenere una pensione in età avanzata, resta anche la preoccupazione per ciò che sarà in futuro delle giovani generazioni."Il problema sta in un punto: dobbiamo chiedere conto ai teorici della massima flessibilità che è diventata precarietà, perché se il lavoro è precario e si cominciano a versare i contributi a 30 anni, si ha un lavoro discontinuo e mancano i contributi, come fai ad avere una pensione degna di questo nome?".

In merito invece alle agevolazioni per il lavoro, l'On. Damiano sottolinea la necessità di rendere definitivi gli sgravi approvati recentemente dal Governo Renzi."Io con Renzi ho detto che gli sgravi contributivi vanno bene, perché ho sempre teorizzato che il lavoro stabile deve costare meno di quello flessibile, ma non facciamoli a tempi brevi perché c'è il rischio che finiti gli sgravi arrivino i licenziamenti.

Facciamoli strutturali".

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