La Corte di Cassazione con la sentenza numero 5072 del 15 marzo 2016 ha negato la stabilizzazione ai precari della Pubblica amministrazione assunti con contratto a tempo determinato per almeno 36 mesi e, di conseguenza, anche ai supplenti della Scuolache hanno alle spallealtrettanti mesi di servizio. Dunque, niente trasformazione del contratto da determinato a tempo indeterminato per migliaia di lavoratori che speravano in una sentenza più favorevole: nella sola scuola sono oltre 50 mila i docenti precari che hanno prestato supplenza per un periodo superiore ai tre anni.
La Cassazione, anzi, ha ribadito un principio essenziale: il posto fisso può essere ottenuto solo se si supera un concorso.
Pubblica amministrazione: si accede solo per concorso, misura del risarcimento danno
Non potranno pretendere la stabilizzazione i precari della Pubblica amministrazione nemmeno di fronte alla reiterata conferma dei contratti a termine, così come avviene nel settore privato. E' previsto, però, che possano richiedere il risarcimento del danno che la Cassazione ha determinato in un arco compreso tra le 2,5 e le dodici mensilità calcolate sull'ultima busta paga. Non sarà cosi, però, per chi ha accumulato i 36 mesi di servizio nella scuola. Infatti, i precari della pubblica istruzione, è scritto nella sentenza del 15 marzo scorso, devono far riferimento ad una disciplina speciale già determinata dalla sentenza numero 10127 della stessa Cassazione in base alla quale la somma dei contratti a tempo determinato per le nomine di supplenza rappresenta la modalità per incrementare il proprio punteggio nelle graduatorie e la conseguente immissione in ruolo.
L'avvicendarsi, pertanto, dei contratti a termine per i supplenti non fa altro che innalzareil punteggio che porta allastabilizzazione del proprio rapporto di lavoro con la scuola.
Scuola: i docenti precari non hanno diritto al risarcimento del danno
Proprio sulla base di questa motivazione, scrive il quotidiano Italia Oggi, i precari della pubblica istruzione non potranno beneficiare del risarcimento del danno così come previsto dalla sentenza della Cassazione per gli altri comparti del pubblico impiego.
Infatti, se per i supplenti il servizio aumenta le possibilità di avvicinarsi al contratto a tempo indeterminato grazie al punteggio nelle graduatorie, neglialtricompartipubblici, invece, i precari subiscono un danno derivante dalfatto che il susseguirsi dei contratti a termine fa perdere loro altre possibilità di impiego, eventualmente anche più remunerative.