Un articolo pubblicato sul numero odierno del giornale 'Il Fatto quotidiano' mette in risalto la protesta dei dirigenti scolastici per le troppe responsabilità, le troppe scuole da dover gestire e la troppa burocrazia, oltre al blocco dei loro stipendi.
Vengono menzionati i dati pubblicati da 'Tuttoscuola': i presidi, in Italia, si portano a casa 57 mila euro all’anno, decisamente molto di meno rispetto ai dirigenti amministrativi della PA (circa 100 mila) e quelli del settore privato che, in media, percepiscono stipendi da 107 mila euro annui.
Da qui nasce la protesta dei dirigenti scolastici, attraverso la campagna 'Liberare la scuola', campagna che attualmente può contare sull'appoggio di oltre cinquecento presidi, provenienti da tutta Italia.
Ultime news scuola, giovedì 17 marzo: presidi 'Responsabili della sicurezza, ma impotenti'
In particolar modo, viene sottolineata l''impotenza' dei dirigenti scolastici in merito alla messa in sicurezza degli edifici scolastici: pur essendone di fatto il responsabile, infatti, il preside non può intraprendere iniziative né d'intervento né di spesa sugli edifici scolastici.
I rapporti pubblicati da Cittadinanzattiva e da Legambiente, invece, mettono in risalto la situazione gravissima in cui versano molti istituti scolastici italiani: oltre il quaranta per cento di essi avrebbe bisogno di una manutenzione urgente, ma si tratta, purtroppo, solo di dati parziali, visto che l'anagrafe edilizia delle scuole non è ancora pronta.
I presidi, tra l'altro, fanno presente che l'edilizia scolastica doveva rappresentare uno dei punti di forza della riforma Buona Scuola voluta dal presidente del Consiglio, Renzi attraverso la campagna #scuolebelle #scuolesicure.
Presidi contro la 'cattiva scuola': 'Guadagniamo di meno ma abbiamo più responsabilità'
Che dire poi di fronte ad un aumento di responsabilità e di lavoro a fronte di uno stipendio che, in molti casi, è addirittura diminuito?
I dirigenti scolastici si trovano nelle condizioni di dover gestire simultaneamente due o anche tre istituti e tutto ciò si traduce inevitabilmente in una dequalificazione, spesso grave, del proprio servizio. I presidi, pur dimostrando la loro solidarietà nei confronti di tutto il personale scolastico che sopravvive con le sue 'misere retribuzioni', vogliono portare all'attenzione dell'opinione pubblica anche il loro grave disagio.