Il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, ha ribadito come il prossimo concorso sarà tassativamente riservato ai soli docenti abilitati, così come chiaramente indicato dalla legge 107 e che le migliaia di ricorsi non spaventano affatto il Miur, perchè si andrà avanti in questa direzione.
Peccato che, analizzando i dati relativi al numero delle domande inviate, emergono già delle assurde contraddizioni.
Ultime news scuola, 2 aprile: in 4 regioni, si sono candidati meno docenti rispetto ai posti disponibili
Come riportato dal sito specializzato 'Orizzonte Scuola', in quattro regioni il numero dei posti banditi sul sostegno è superiore a quello dei candidati: si tratta del Veneto, dove hanno presentato domanda 458 docenti contro i 572 posti disponibili, del Piemonte (591 candidature con 689 posti), della Lombardia (1108 docenti candidati contro le 1713 cattedre messe a disposizione) e del Friuli Venezia Giulia dove, a fronte degli 88 posti disponibili, si sono candidati solamente 86 insegnanti.
E' chiaro che se tutti questi insegnanti riusciranno a superare la prova scritta ed orale, per loro il posto sarà assicurato, almeno nell'arco del prossimo triennio. Ma che dire dei posti che, invece, resteranno vacanti? Se è vero come è vero che un concorso pubblico dovrebbe avere come scopo principale quello di coprire i posti vacanti, i casi sopraindicati testimoniano l'esatto contrario. Questo perchè il Miur non ha voluto prendere in considerazione l'ammissione dei docenti privi di abilitazione.
Anief: 'Specializzandi sul sostegno costretti a ricorrere per partecipare al concorso'
In particolar modo, Anief si riferisce agli insegnanti specializzandi sul sostegno che, tranne nel caso degli iscritti ai corsi dell'Università di Firenze e di Siena, non sono riusciti ad ottenere in tempo la loro abilitazione.
Marcello Pacifico, presidente del sindacato, sottolinea come sarebbe bastato ammettere questi insegnanti con riserva, come spesso avvenuto in precedenza. Invece, questi docenti sono stati costretti ad intraprendere la strada del ricorso e, solo se i Tar daranno loro ragione (come del resto spera vivamente il sindacato), le quattro succitate regioni riusciranno a coprire le cattedre messe a bando.