Un passo in avanti per i lavoratori del settore privato prossimi alla pensione, Con la forma del decreto legge si avrà la possibilità di uscita con part-time agevolato.Come indicato in una importante nota del dicastero, questa tipologia di lavoratori potranno concordare con il datore di lavoro il passaggio al part-time a fronte di una riduzione oraria tra il 40 ed il 60%. Saranno a seguito di tale richiesta versati in busta paga delle somme equivalenti ai contributi previdenziali spettanti per la scelta di passaggio. Un nuovo rapporto di lavoro della durata del periodo di 'attesa alla pensione', ma che permetterà comunque ai lavoratori di non vedersi ridotto l'assegno.

Vediamo nel dettaglio che cosa si è raggiunto con la firma del documento da parte del ministro del lavoro, Giuliano Poletti.Il decreto è stato al momento trasmesso nella giornata di ieri 12 aprile 2016 alla Corte dei Conti e sarà operativo al termine della sua registrazione.

Part-time in uscita, requisiti di accesso

Potranno farne richiesta i lavoratori del settore privato a cui mancano 3 anni alla pensione; che siano stati assunti con contratto a tempo indeterminato, full time; con la maturazione di 20 anni di versamento di contributi; con requisito anagrafico raggiunto al 31 dicembre 2018, ovvero66 anni e 7 mesi per gli uomini; 65 anni e 7 mesi per il biennio 2016/17; 66 anni e 7 mesi per il 2018 per le donne.

Questo è quanto approvato con la firma di Poletti nel decreto che permette l'attuazione alla norma introdotta nella Legge di Stabilità 2016. I lavoratori che faranno domanda di passaggio al part-time agevolato in uscita avranno la possibilità di concordare lariduzione dell'orario di lavoro in misura del 40% e fino al massimo del 60%.

La modifica sarà effettuata dunque sull'orario lavorativo, che passerà da full-time a part-time, ma su l'assegno pensionistico spettante al termine del lavoro non ci sarà nessuna riduzione.

Retribuzione per part-time in uscita

I lavoratori che richiederanno il part-time e la riduzione dell'orario avranno diritto all'erogazione di un importo esentasse pari ai contributi previdenziali a carico del datore di lavoro sul compenso per le ore non prestate.

Questa somma costituisce comunque un'aggiunta alla retribuzione mensile per il part-time. Avranno inoltre diritto al riconoscimento della contribuzione figurativa con il fine di mantenere il medesimo importo pensionistico. L'importo della pensione che si avrà al termine del periodo di lavoro con la riduzione dell'orario da full-time a part-time sarà lo stesso a cui si avrebbe avuto diritto con il raggiungimento della pensione di vecchiaia. Un meccanismofinanziato con 60 mln nel 2016, 120 nel 2017 e 60 nel 2018, unica soluzione per consentire la contrazione dell'orario.

Part-time agevolato in uscita, come fare domanda

Il lavoratore appartenente al settore privato che desideri fruire del part-time agevolato in uscita deve fare domanda di certificazione all'Inpsrivolgendosi a un patronato, Caf, presentandosi di persona presso uno degli uffici dell'ente previdenziale, o collegarsi via internet al sito ufficiale e accedendo con il Pin.

È infatti necessaria la richiesta di un documento che certifica il possesso dei requisiti di accesso quali i 20 anni di versamento di contributi e il raggiungimento dell'età anagrafica entro il 31/12/2018 (ovvero per i lavoratori del settore privato a cui manchino 3 anni per andare in pensione). L'ultimo passo è la sottoscrizione di un contratto di lavoro a tempo parziale agevolato della durata pari al periodo mancante al lavoratori per il raggiungimento della pensione di vecchiaia, in cui si certifica la riduzione dell'orario lavorativoe la presenza dei requisiti di fruizione del part-time agevolato come indicato nel decreto legge firmato da Poletti. Si attende dunque la registrazione. Se desiderate ancora seguirci, cliccate su 'Segui' in alto alla vostra sinistra, o votate la news, cliccando su una delle 5 stelle in alto alla vostra destra.