La mobilità 2016/17 e il bonus al merito sono ancora argomenti molto discussi fra i docenti della Scuola. Il modo di fare del Miur a molti non piace. Per quale motivo? A chiarire alcuni aspetti è stato Stefano D'Errico, segretario Unicobas, che in un'intervista rilasciata al sito La Tecnica della Scuola spiega cosa non va nell'accordo sulla mobilità firmato lo scorso 10 febbraio e cosa non va nel bonus al merito (su cui è saltata la contrattazione per una presa di posizione del Miur).

Mobilità 2016/17: l'accordo è stato inutile?

D'Errico sottolinea che l'accordo sulla mobilità 2016/17in realtà non è stato altro che un fornire una legittimazione alla legge 107/2015 senza ottenere nulla in cambio.

La chiamata diretta è rimasta, come la disparità di trattamento fra neoassunti di fasi diverse (chi ottiene la titolarità di sede e chi finisce negli ambiti territoriali). Per non parlare dei docenti che sono stati assunti su ordini e gradi di scuola diversi da quello in cui sono abilitati. Un accordo che non può affatto considerarsi un successo.

E il bonus al merito?

Il segretario Unicobas spiega come la contrattazione del bonus al merito non era prevista sin dall'inizio nella legge della Buona Scuola. 'Bastava leggersi la legge'. Ciò significa che a dispetto da quanto voluto dai sindacati di categoria, il bonus manterrà le regole previste dalla legge 107 e i docenti saranno soggetti alla valutazione del comitato di valutazione (composto anche da genitori e alunni) e alla decisione finale del dirigente scolastico.

Perché, come viene ricordato, è lui a dire l'ultima parola su chi deve riceverlo. A questo punto nasce la necessità di uno sciopero, proprio a ridosso delle elezioni. Cobas e Unicobas lo stanno organizzando, chiamando a intervenire anche la Gilda e altri sindacati, insieme agli studenti. Le date previste sono quelle delle prove Invalsi, considerate una rappresentazione della "cattiva scuola di Renzi".

Uno sciopero per protestare:

  • a favore del referendum abrogativo della legge 107,

  • a favore del rispetto della libertà di apprendimento e insegnamento,

  • contro il concorso a cattedra,

  • contro il comma 131,

  • a favore dell'assunzione dei precari storici,

  • contro i tagli subiti dal Personale ATA,

  • contro la mancata retribuzione del salario accessorio,

  • a favore del rinnovo del contratto di lavoro.

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