La questione delle prove Invalsi finisce in Tribunale, dove il Miur è stato citato in giudizio da una docente di Modena che ha ritenuto inadeguati i test a crocette per l'insegnamento dell'Italiano e della Matematica nelle elementari. Sabina Piccinini, questo il nome della ricorrente assistita dai legali della Cisl, contestò già nel 2011 l'ordine di servizio impartitole dal dirigente scolastico della Scuola media ove prestava servizio di somministrare i test Invalsi agli alunni. Sul momento ottemperò a quanto deliberato dal dirigente ma successivamente, convinta delle sue ragioni, decise di citare in giudizio il Miur al Tribunale del Lavoro di Modena.

La sentenza attesa per oggi è la prima del genere in Italia.

La contestazione principale

Mentre sul fronte del prossimo concorso il Miur rassicura i docentiche tutto sta procedendo come dalla tabella di marcia, su quello che riguarda la nuova figura del dirigente scolastico riaffiorano le polemiche sul maggior peso decisionale che questi vanta nelle scelte didattiche. La contestazione verte sulla possibilità di incidere sulla libertà d'insegnamento con un semplice ordine di servizio inlinea con gli ordini dell’apparato amministrativo. Questi diventa un leader educativo che decide di testa sua la didattica da seguire, in opposizione a quanto sancito dall'art. 33 della Costituzione circa la libertà d'insegnamento.

Dovrebbero essere i docenti stessi a scegliere cosa è più opportuno insegnare a scuola.

I politici a sostegno dei docenti

Come già accaduto sul fronte del concorso, dove si è formato un gruppo trasversale per chiederne l'annullamento, anche in questa circostanza la politica si muove a sostegno delle iniziative degli insegnanti.

La scuola pubblica è la sola che può garantire una educazione neutralee questo è possibile a condizione di rispettare la libertà d'insegnamento. Per questo motivo, davanti al tribunale, saranno presenti Michela Montevecchi del M5S, Giovanni Paglia di Sel e alcuni rappresentanti di Rifondazione Comunista.