Dopo l'apertura del Premier Matteo Renzi, segue a stretto giro il nuovo commento di Pier Carlo Padoan rispetto alla possibilità di avviare la flessibilità previdenziale entro la fine dell'anno. "'C'è dello spazio per migliorare il sistema pensionistico" ha affermato il Ministro dell'economia durante un suo intervento a "radio anch'io" e ricordando che l'Inps presenta conti "tra i più sostenibili e stabilii" all'interno dei Paesi europei. Ma anche se osserviamo la posizione dei conti pubblici italiani abbiamoche per il rappresentantedel Mef la situazione appare in miglioramento, anche se il contesto deflattivo continua a frenare la crescita nel Paese.

Resta il fatto che la nuova presa di posizione operata da Padoan rappresenta un ulteriore sostegno all'avvio della discussione riguardante l'estrema ed eccessiva rigidità presenti nelle attuali regole di pensionamento.

Riforma pensioni, Susanna Camusso contraria ai prestiti bancari

Nel frattempo, anche la leader della Cgil Susanna Camusso è intervenuta sulla proposta del Governo Renzi di avviare la flessibilità previdenziale tramite il sistema del prestito pensionistico, dimostrandosi però contraria alla creazione di un mercato privato destinato a finanziare leuscite dal lavoro. Rispondendo ad un intervista per il Corriere della Sera, la sindacalista ha spiegato che il meccanismo proposto rappresenterebbe "un regalo a banche ed assicurazioni", perché le penalizzazioni sono già previste all'interno del meccanismo di calcolo degli assegni sulla base del "sistema contributivo pro rata".

Per questo motivo, l'Ape rappresenterebbe un doppio intervento nelle tasche dei futuri pensionati: il primo con l'applicazione dei coefficienti contributivi, il secondo tramite l'erogazione di un prestito legato alla pensione anticipata. Il sindacato chiede invece di avviare nuove forme di flessibilizzazione a partire dai 62 anni di età, senza ulteriori penalizzazioni e tenendo conto del tipo di lavoro svolto dal pensionando.

Inoltre, la leader della Cgil chiede che la proposta possa risultare strutturale, mentre al momento i potenziali beneficiari della misura di flessibilità sembrano essere solamente i lavoratorinati tra il 1951 ed il 1953.

Pensioni flessibili: divergenze anche tra Governo e Parlamento

Se le richieste dei sindacati per la flessibilità in uscita appaiono ancora distanti, non sembra andare meglio neanche per quanto concerne l'interpretazione parlamentare della vicenda.

Dalla Commissione lavoro della Camera si chiede infatti di dare seguito alla proposta di legge n. 857 del 30 aprile 2013, sulla quale è stata avviata anche una petizionepopolare che si sta avvicinando alle 17000 firme. Insomma, nonostante una misura strutturale nel comparto sia attesa da oltre tre anni, la battaglia per la flessibilità sembra ancora all'inizio, oltre che destinata ad accendersi ulteriormente nei prossimi mesi. Il verdetto finale arriverà a dicembre, con l'approvazione della legge di stabilità 2017; fino ad allora, sembra che molto lavoro debba ancora essere fatto per trovare la quadra tra i diversidossier ancora presenti sui tavoli di Governo e Parlamento.

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