Ieri si è tenuto un nuovo incontro tra governo e parti sociali. I sindacati hanno assistito all'ennesima proposta che il governo sta cercando di propinare. Con l'APE i lavoratori che abbiano intenzione di andare prima in pensione lasciando il lavoro, sarebbero costretti ad effettuare un prestito che verrebbe ripagato quando si andrebbe realmente in pensione con rate mensili nell'arco di 20 anni. I Sindacati ascoltano e prendono atto della manovra ma non sembra che la cosa li dispiaccia. E tutto questo perché ivari interventi di flessibilità in uscita costerebbero all’incirca 10 miliardi.

Troppi per il governo per nulla intenzionato a correggerela legge Fornero.

Come funziona

Secondo Tommaso Nannicini,da ora al 2019, potranno beneficiare di un’uscita anticipata verso la pensione tutti i nati compresi tra il 1951 ed il 1955. Sarebbe quindi possibile lasciare il lavoro da 1 a 3 anni prima. L'Inps certificherebbe il diritto alla pensione e fungerebbe da intermediario tra le banche e le assicurazioni coinvolte nella vicenda. Il lavoratore potrà scegliere se accettare diricevere in anticipo dall’Inps l’intero importo della pensione, che andrà poi a maturare, o una cifra inferiore. Il prestito previdenziale dovrà poi essere restituito in 20 anni senza interessi.

Gli interessi in pratica sono a carico dello Stato chein caso di premorienza non prevede alcuna rivalsa sugli eredi.

Secondo il governo questa manovra avrebbe un costo dello Stato di soli 700-800 milioni l'anno, circa il 10% di quanto era stato ipotizzato nei vari interventi sulla flessibilità. Chi saranno i "favoriti" da questa legge? Chi perde il lavoro, chi sceglie di anticipare echi lo fa su richiesta dell’azienda. In quest'ultimo caso è l'azienda che si fa carico dei costi dell'anticipo.

In termini percentuali il governo prevede che i costi per il lavoratore siano intorno al 15% della futura pensione.Il governo conta però di compensarli con le detrazioni e la pensioneverrebbe calcolata in forma ridotta visto che comunque mancheranno da 1 a 3 anni di versamenti.