Cittadini in difficoltà, che non riescono ad arrivare a fine mese, senza casa, senza lavoro e senza dignità potrebbero vederlo come un salvagente in una situazione di crisi che sembra non voler smettere. Stiamo parlando del reddito minimo, di inserimento, di cittadinanza o in qualsiasi altra formula lo si definisca. Si tratta di uno strumento assistenzialistico necessario per le situazioni più difficili da risolvere e che spesso viene proposto anche al Governo. Il Movimento 5 Stelle è uno dei fautori di questa forma di assistenzialismo che a dire il vero è presente anche in altre nazioni.

In Italia però, nonostante la spinta delle opposizioni, questo strumento sembra non sia possibile attuarlo.

Conti pubblici in condizione critica

Sull’argomento tanto a cuore al Movimento di Beppe Grillo è intervenuto il Ministro dell’Economia Padoan che, se non ha messo la parola fine a qualsiasi progetto di sostegno agli indigenti, poco ci manca. Intervistato alla Rai, durante il noto programma TV di Bruno Vespa, “Porta a Porta”, il Ministro ha precisato come i costi di un provvedimento del genere sono troppo alti. In definitiva, secondo Padoan, allo stato attuale dei conti pubblici, la sostenibilità di un progetto del genere è impossibile. I vincoli di bilancio interni, la necessità di interventi in altri campi come il lavoro e le pensioni ed i diktat europei che spingono ai tagli rispetto alle spese, rendono il reddito minimo impossibile da attuare per gli Italiani.

Inoltre, sempre secondo Padoan, anche i criteri sulla concessione, cioè a quali soggetti darlo, sono molto difficili da trovare, soprattutto dal punto di vista della loro equità sociale. Con buona pace di chi ci sperava e di chi ne è promotore, lo strumento di aiuto, almeno per la prossima Legge di Stabilità, non sarà nemmeno preso in considerazione.

C’è però chi la pensa in modo diverso

Il reddito minimo o di cittadinanza è sempre argomento delicato e che ha, in base a chi ne parla, posizioni differenti. Se il Ministro dell’Economia ne ha evidenziato i problemi di fattibilità, ci sono realtà locali che lo attivano. L’ultimo caso è quello di Livorno, dove la Giunta Comunale ha avviato un programma che consentirà ai cittadini più in difficoltà di percepire una fonte di sostentamento che sarebbe impossibile da trovare in un altro modo legale, almeno allo stato attuale dell’economia oggi.

A Livorno si è pensato di erogare 500 euro alle famiglie più bisognose intervenendo proprio con un reddito di cittadinanza, anche se temporaneo e sperimentale. Infatti, l’intervento per il momento è previsto che duri 6 mesi e il comune ha stanziato 300mila euro. I requisiti per questo reddito minimo della città di Livorno sono più o meno quelli previsti dalla proposta del Movimento 5 Stelle depositata in Parlamento. Famiglie con reddito sotto i 6.500 euro circa, disoccupati ed iscritti ai Centri per l’Impiego e naturalmente residenza di lunga durata nel Comune. Sono poco meno di mille le persone che stanno beneficiando dell’aiuto e sembra che l’intenzione sia di estenderlo ad altri. Tutto questo significa che, nonostante il Governo e gli economisti a lui vicini (Il Governatore Visco della Banca d’Italia uno di questi) ritengano impossibile attuarlo, nelle singole realtà locali, una oculata ed attenta gestione del reddito minimo sia possibile.