Il presidente dell'Inps Tito Boeri contesta l'atteggiamento dell'Unione Europea nei confronti delle proposte di riforma Pensioni in discussione in Italia, in particolare sul delicato capitolo della flessibilità in uscita dal lavoro per l'accesso a nuove formule di pensione anticipata. Secondo l'economista bocconiano, chiamato dal premier Matteo Renzi a presiedere l'Istituto nazionale per la previdenza sociale in un periodo particolarmente delicato alla luce degli effetti della legge Fornero sul piano sociale, "l'atteggiamento assunto dall'Europa nei confronti delle proposte di riforma del nostro sistema previdenziale - ha detto Boeri contestando le raccomandazioni dell'Ue in particolare sulla flessibilità - sembra non tenere conto del fatto che i conti devono essere guardati nel corso del tempo".

Previdenza e flessibilità, Boeri: da Ue paletti ma non tengono conto del tempo

Le preoccupazioni dell'Europa riguardano il piano economico e finanziario dell'operazione di riforma pensioni. Ma "il dato di un singolo anno - secondo il presidente dell'Inps - vuol dire di per se molto poco per cui continuano - ha sottolineato Tito Boeri ieri in un videointervento durante un incontro alla Bocconi - a metterci dei paletti". Ma il Governo Renzi ha già manifestato l'intenzione di andare avanti con l'Ape (Anticipo Pensionistico) su cui ha già avviato il tavolo di confronto con i sindacati che però ancora non sono per niente convinti dalle soluzioni ipotizzate dall'esecutivo per la pensione anticipate, e chiedono inoltre di risolvere le questioni ancora aperte sul fronte previdenziale.

Dalla quota 96 scuola per il pensionamento dei docenti beffati dalla legge Fornero all'ottava salvaguardia dei lavoratori esodati; dalla quota 41 per i lavoratori precoci alla proroga fino al 2018 dell'opzione donna.

Pensioni e lavoro, Damiano a Renzi: predica bene in Europa, razzola male in Italia

E a proposito di Europa, riforma pensioni e lavoro fa sentire la sua voce anche il presidente della commissione Lavoro della Camera dei Deputati che ha dato a Renzi il "benvenuto nel club dei keynesiani".

Spiegando di aver apprezzato l'intervento del premier a Montecitorio in cui - parlando del referendum sulla Brexit - ha spiegato di voler ribadire all'Unione europea la necessità di "più crescita e meno austerità", Cesare Damiano ha aggiunto che "predicare bene in Europa non vuol dire razzolare male in Italia", ha sottolineato riferendosi all'atteggiamento del governo italiano.

Il parlamentare della minoranza del Partito democratico chiede all'esecutivo di "ascoltare la voce dei più deboli - ha detto - risolvendo nell'immediato i problemi del lavoro, delle pensioni e della povertà". Secondo Damiano occorre valorizzare il ruolo dei sindacati per trovare le soluzioni adeguate sia per la riforma pensioni che per nuove opportunità di lavoro per i giovani.