Stando alle parole di 'Italia Oggi' le posizioni di Miur e sindacati sulla chiamata diretta dei docenti nella Scuola sarebbero inconciliabili. Si legge che il ministero è fermo nella propria posizione di dare la responsabilità delle assunzioni dei docenti dagli ambiti ai dirigenti scolastici. Eppure, come detto ieri, i sindacati hanno manifestato positivitàsulla possibilità di trovare un'intesa che impedisca al dirigente scolastico di avere la massima discrezionalità sulla chiamata nella scuola dei docenti. Il problema però, è che per il Miur non si tratta di vera e propria 'chiamata diretta'.

'La legge 107 non prevede chiamata diretta?'

Su quella che ormai tutti definiscono 'chiamata diretta', la legge 107/2015 da precise disposizioni che mirano a non dare al dirigente il potere che tutti temono. In base alla normativa, il DS deve sottostare a delle regole per le assunzioni dei docenti nella propria scuola e deve poi rendere conto delle proprie scelte. Nella scelta è obbligato a tener conto non solo del curriculum, ma anche delle esperienze e competenze professionali. È prevista anche la possibilità che questi aspetti vengano verificati tramite un vero e proprio colloquio. Anche il ministro Giannini era intervenuto sull'argomento affermando che non esiste chiamata diretta nel senso che il preside sceglie il professore che più gli piace, ma quello che è più adatto alle sue esigenze.

Le sue parole hanno convinto i docenti?

La Giannini non convince

Le parole del ministro Giannini sulla presunta assenza di 'preferenze personali del DS' nella chiamata diretta non hanno convinto i docenti. Difficile credere che fra due insegnanti con le stesse qualifiche il dirigente scelga quello che gli fa meno simpatia. Difficile credere che le amicizie non influenzino le scelte.

E il fatto che l'accordo con i sindacati non sia stato raggiunto, nonostante si fosse data come data ultima il 14 giugno, non fa certo presagire bene. Intanto l'inizio dell'anno scolastico 2016/17 si avvicina e i docenti ancora non sanno cosa li aspetta. Forse la sconfitta alle elezioni comunali, Renzi se l'è proprio cercata.