In tema di pensioni la novità ad oggi, 7 luglio, è costituita dalle 50 mila firme raccolte in un mese a sostegno del disegno di legge 857 su flessibilità in uscita e quota 41 per i lavoratori precoci presentato dal presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano.

Il dato è stato reso noto nel corso di una conferenza stampa tenuta a Montecitorio dallo stesso Damiano con i rappresentanti dell’Associazione Lavoro&Welfare e da Progressi alla Camera, promotori della raccolta di firme.

Damiano: ‘Ora misure subito su flessibilità, precoci, Opzione donna e lavori usuranti’

Nel presentare il successo dell’iniziativa, Cesare Damiano ha sottolineato che questo non era affatto scontato e 50 mila firme a sostegno della sua proposta su flessibilità e precoci raccolte in soli 30 giorni devono ora servire per scrivere al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al Presidente del Senato Pietro Grasso e alla Presidente della Camera Laura Boldrini per chiedere loro un incontro e per la consegna delle firme, nella convinzione che dal movimento dal basso possono venire buoni risultati. E’ stato il caso, ha ricordato Damiano, degli esodati, per i quali si è cominciato a combattere subito dopo l’approvazione della legge Fornero arrivando all’approvazione di sette salvaguardie e alla presentazione della proposta per l’ottava salvaguardia che dovrebbe essere quella conclusiva.

La battaglia, ha continuato Damiano, deve ora proseguire oltre che sui temi della flessibilità in uscita e della quota 41 per i lavoratori precoci, presenti alla conferenza stampa con una delegazione del gruppo Facebook ‘Lavoratori precoci uniti a difesa dei propri diritti’, anche per il prolungamento dell’Opzione donna e per i lavori usuranti.

La proposta Damiano su flessibilità in uscita e quota 41 per i lavoratori precoci

Come è noto, la proposta Damiano su flessibilità e quota 41 che ha raccolto 50 mila firme a sostegno, prevede la possibilità di andare in pensione anticipata fino a 4 anni prima, cioè a 62 anni e 7 mesi, contro i 63 anni e 7 mesi previsti dall’Ape proposta dal governo.

La penalizzazione sull’assegno dell'Inps dovrebbe essere del 2% l’anno fino ad un massimo, quindi, dell’8% per chi ha 35 anni di contributi. La penalizzazione dovrebbe poi diminuire gradualmente con il crescere degli anni di contribuzione, fino ad azzerarsi completamente per chi ha 41 anni di contributi, il cui raggiungimento dovrebbe consentire di andare in pensione senza vincoli di età e senza penalizzazioni.

Una proposta, quella del disegno di legge 857, che avrebbe un costo per le casse dello Stato per i primi quattro anni di applicazione, cui seguirebbero, secondo Damiano, risparmi per i successivi sedici anni.