Cresce l'attenzione della politica sul tema della riforma Inps. Mentre tra Governo e sindacati è in corso un confronto sull'anticipo pensionistico (APE) che potrebbe risultare decisivo per l'arrivo della flessibilità previdenziale, anche il Parlamento sembra convergere sulla necessità di arrivare ad una soluzione strutturale per le situazioni di disagio che affliggono i lavoratori in età avanzata. L'ultimo appello in arrivo dal Movimento 5 Stelle riguarda la situazione dei lavoratori precoci e di chi ha svolto lavori usuranti, due casi sui quali i Deputati 5S hanno promesso di attivarsi per vigilare sull'evoluzione della situazione, affinché le risorse già stanziate e disponibili vengano effettivamente utilizzate in favore dei pensionandi.
"In tema di usuranti chiediamo che le tutele della categoria vengano estese all'edilizia", ha affermatoDavide Tripiedi, ricordando che la profonda crisi del settore potrebbe essere un'opportunità per l'economia, se venisse indirizzata ad un'attività di riqualifica del parco immobiliare esistente.
Riforma pensioni e lavoratori precoci: sì all'uscita con 41 anni di versamenti
Anche sul fronte dei lavoratori precoci il rappresentante dei Parlamentari 5S ricorda la possibilità di intervenire in favore della cosiddetta quota 41, visto che le risorse per garantire la quiescenza senza addebitare ulteriori penalizzazioni ai lavoratori sono già disponibili. I Parlamentari chiedono al Governo di concentrare la propria azione di riforma su queste misure, abbandonando la logica del prestito pensionistico.
Anche perché ribadiscono i gravi disagi vissuti da persone che si trovano costrette a fare lavori pesanti in età avanzata: "è inaccettabile in un Paese civile vedere muratori lavorare in cantiere fino all'età di sessantasette anni".
Pensioni flessibili: dal Parlamento si chiede di chiudere la partita prima di settembre
D'altra parte, la questione della flessibilità in uscita e l'inserimento dei provvedimenti all'interno della legge di stabilità 2017 resta una delle priorità della stessa Commissione lavoro alla Camera.
Il Presidente Cesare Damiano ha infatti chiesto a Governo e sindacati di arrivare ad un accordo entro il mese di luglio, perportarei nuovi meccanismi di uscita anticipata dal lavoro all'interno delladiscussione parlamentare già a partire dal mese di settembre. Resta il fatto che la questione della riforma previdenziale sembra configuraredavveroun'importante convergenza politica sulla necessitàdi agire nel breve termine, sebbene non siano stati ancora trovati degli accordi definitivi su come dividere le risorse a disposizione e su quali strumenti sia meglio adottare.
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