La riforma Fornero rispetto alla precedente normativa ha, di fatto, allungato la vita lavorativa di oltre 5 anni. Oggi per poter andare in pensione anticipata sono necessari 42 anni e 10 mesi dovuti alle condizioni dell'aspettativa di vita. Nei giorni scorsi il governo ha stilato un verbale di accordo con i sindacati confederati nel quale ha inteso precisare che per alcune categorie sarà possibile anticipare l'andata in pensione.L’accordosullaRiforma Pensioni2017 prevede lapensione anticipatadeiprecocie di chi svolge lavoriusuranti. L'approvazione dell'accordo avverrà con la prossima legge di Stabilità ed avrà decorrenza probabilmente dal 1 gennaio 2017.

Per quanto attiene i lavoratori precoci il requisito per ottenere questo beneficio è legato all'età (inizio attività lavorativa tra i 14 e 18 anni) e al periodo lavorato (almeno un anno prima del compimento dei 19 anni). Potranno beneficiarne i lavoratori che potranno andare in pensione prima dei 62 anni senza dover pagare nessuna penalizzazione (prima eradecurtazione dell’1% per ogni anno di anticipo rispetto ai 62 anni, del 2% per ogni anno prima dei 60 anni). Potrà andare a 41 anni chi fa parte della categoria deidisoccupati senza ammortizzatori sociali, una persona con disabilità fisica accertata e il lavoratore occupato in lavori usuranti. Le attività gravosedei lavori usuranti dovranno far parte dell'elenco che l'Inps inserisce nell'elenco dello "stress da lavoro correlato".

Altra possibilitàè legata ai lavori, in funzione dell'età lavorativa, che creino più malattie professionali o pericoli infortunistici.

Cosa accadrà dal 2019

L'accordo non prevede nessuna modifica e pertanto, dal 2019, i requisiti contributivi continueranno ad essere legati all'aspettativa di vita. Il governo dovrà però chiarire se, anche la quota 41, dal 2019 sarà legata all'aspettativa di vita che andrà a sommarsi o rimarrà stabile.

Da tener presente che, per quanto riguarda i lavori usuranti, potranno accedervi i lavoratori che lo abbiano svoltoper almeno sette anni negli ultimi dieci anni di lavoro oppure, abbiano lavorato in tali condizioni per almeno la metà della vita lavorativa. I precoci in realtà aspiravano a ben altra soluzione. La quota 41 è stata richiesta senza penalizzazioni e limiti di età.

E per questo motivo gli iscritti al gruppo "lavoratori precoci uniti in difesa dei loro diritti", anche se i sindacati hanno accettato questo accordo, hanno intenzione di far sentire la loro voce a Montecitorio perché, in fin dei conti, verrebbero favoriti solo una minima parte di lavoratori.