Dopo le recenti polemiche che hanno inevitabilmente investito il sindaco di NapoliLuigi De Magistrise la sua consorte, in merito all'assunzione di quest'ultima come insegnante proprio in una Scuola partenopea, arrivano alcuni chiarimenti in merito alla vicenda che ha coinvoltoMaria Rosaria Dolce.Si tratta di un caso cheha fatto letteralmente infuriare migliaia di utenti sui social, appena hanno appreso la notizia.

La Buona Scuola di Renzi nell'occhio del ciclone

Al centro della polemica - dopola notizia inerente l'assunzione di Agnese Landini, moglie del premier Matteo Renzi - è finita Maria Rosaria Dolce, consorte del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris:si sono scatenate, infatti, le vibrantiproteste degli insegnanti, vittime del nuovo sistema voluto dallariforma scolastica.

I numerosi docenti che hanno dovuto lasciare la propria terra d'origine e i propri affetti a causa del nuovo algoritmo per gli insegnanti di ruolo, si dicono a dir poco adirati nei confronti di questa modalità, e non ci stanno a sopportare vicende come quelle delle consorti dei politici che sono riuscite a non allontanarsi dalle rispettive città.

Prima Agnese Landini Renzi, assunta a chiamata diretta dal preside di un istituto fiorentino, ed ora anche la vicenda che vede coinvolta la Dolce che, però, non è stata assunta con il sistema della chiamata diretta, bensì partecipando al concorso indetto nel 2012 e rientrando, così, in quanto previsto dall'ordinanza di mobilità del 2016, la quale prevede che coloro che hanno vinto quella selezione restino nella provincia di nomina.

Chiarimenti che non placano l'ira degli insegnanti

Dopo i chiarimenti riguardanti l'assunzione della moglie del sindaco di Napoli presso un istituto partenopeo, non si placano le polemiche in merito all'attuale riforma scolastica e alla situazione di diversi docenti che si chiedono dove dovranno andare ad insegnare in caso di assegnazione al tanto atteso ruolo.

Sono infatti numerosissimi i casi in cui gli insegnanti lamentano destinazioni in scuole troppo lontane, al fine di vedere realizzarsi il tanto atteso sogno di diventare docentidi ruolo e mettere così fine al precariato.